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INFERNO. - Canto III. Verso 19 a 29 129

E poichè la sua mano alla mia pose,
   Con lieto volto, ond’io mi confortai,20
   Misemi dentro alle segrete cose. *
Quivi sospiri, pianti ed alti guai
   Risonavan per l’aer senza stelle,
   Perch’io al cominciar ne lagrimai.
Diverse lingue, orribili favelle,25
   Parole di dolore, accenti d’ira,
   Voci alte e fioche, e suon di man con elle,
Facevano un tumulto, il qual s’aggira
   Sempre in quell’aria senza tempo tinta,




V. 16. Qui tocca la disposizione delle anime, lo quali sono dannate e che sono in doglia, martirio e pena. E dice ch’hanno perduto lo bene dello intelletto: per la qual cosa è da sapere che quella anima, che è in privazione di intelletto è tanto a dire come in privazione di Dio, in quello in che Dio si è obietto dello intelletto: e quelli animali che non hanno intelletto, si non possono naturalmente avere perfetta cognizione di Dio, sicome sono le bestie; e quelli animali intellettivi che perdono lo intelletto, diventano come bestie; sicchè non solo lo diavolo il peccato offende per martirio estrinseco al peccatore, ma eziandìo ello lo estranatura col fare divenire di intellettuale, bestia: e però dice: ch’han perduto il ben dell’intelletto.

19. Segue lo poema narrando come sospiri, pianti, guai, overo lamenti risonavano in quello aiere, lo quale era obscuro e tenebroso: e non li era stelle nè altro corpo lucido che lo alluminasse.

24. Perch’io al cominciar. Mostra come n’ebbe pietade.

29. Mostra come d’ogni parte del mondo s’aduna quello tristo coro, specificando come udìa parole di dolore, e accenti d’ira; accento è a dire quasi muggito. E soggiunge ch’alcuni proferìano suo dolore con acute voci, alcuni in fioche, tra le quali sonava sbattimenti di mani, lo quale suono facea uno tumulto, cioè uno aviluppamento di suono o di romore senza tempo. E questo dice elli perchè ogni suono attemperato per ragion di musica rende all’udire alcun diletto, chè il tempo è in musica uno ordine, il quale fa consonare le voci insieme con aria di dolcezza. Or dunque 1 se quel romore è senza tempo, seguesi che è senza ordine, e per consequens senza alcuno diletto. E dà esemplo del detto suono e dice: Come la rena quando aturbo spira.

Aturbo 2 dice Isidoro Etimologiarum XIII, è avolgimento di vento e spezialmente quando s’avolge sopra la rena, che fa in l’aiere romore molto diverso. Ed è appellato aturbo quando avviene in man-

  1. R., e con piccola varietà il Codice Laurenziano, Pluteo XC, 121.
  2. Aturbo, nome del vento che produce il Sifone. Alcuni Codici nel testo e nel Commento scrivono Atturbo.