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218 INFERNO. — Canto X. Verso 100 a 102


Noi veggiam, come quei ch’ha mala luce, 100
     Le cose, disse, che ne son lontano;
     Cotanto ancor ne splende il sommo Duce:




La seconda questione è se le anime separate dai corpi possan sapere quello che è a venire. Circa la qual quistione è da sapere che l’anima hae alcune possanze, le quali pertegnono ad essa in quanto è coniunta col corpo, come le possanze sensitive, e lo intender per conversione alla fantasia. Hae altre possanze, le quali hae non per grazia di coniunzione al corpo ma ell’ ha da sé, sicome intendere per lo intelletto ed avere volontadi, le quali, eziandio partita dal corpo, li rimagnono, sicome ne insegna san Tomaso in la prima parte , questione 77, articolo 8. Or sicome è differenzia in le possanze, unita e dispartita ella dal corpo, così è differenzia in la cognizione, che l’anima per li sensi ed organi corporali cognosce le singulari cose, sicome dice lo Filosofo in lo terzo dell’Anima: oportet quod anima convertat se ad fantasmata, in quibus speties intelligibi es intellgit etc. Cosi l’anima per sè estratta dal corpo cognosce le universali cose non per conversione alla fantasia, ma per modo intellettuale. Or è così che sapere de futuris in due modi si può. L’uno modo si è a sapere quello che dee venire in quel medesimo: l’altro modo si è saperlo per le sue cagioni.

Lo primo modo non fa se non Dio creatore di tutto, al quale è presente ogni cosa, si quel che è passato, come quel che è presente, ed eziandio quello che è a venire: avegnachè nell’ordine della natura l’uno sia inanzi dell’altro. E però di questo cosi fatto modo non si può sapere se non per revelazione, che Dio lo manifesta alli angeli, e li angeli poi alli uomini, overo all’anima. E questo modo di manifestazion si fa spesso, sicome dice in la soluzion del terzo argomento san Tomaso in la prima parte, questione CVI, capitolo IIII: usque ad diem iudicii semper nova aliqua supremis angelis divinitus revelantur de hiis qæ pertinent ad dispostionem mundi. Lo modo di sapere cose future per le sue cagioni si è a saperlo per scienzia come fa l’astrologo, che per l’avvenimento del sole in li segni settentrionali, li quali sono sopra al capo, si sa che dee venire lo caldo. Ancora per la interposizion della terra si dee essere ecclissi di luna, e per la interposizione della luna dee essere eclissi del sole. Or l’anima separata, disligata dei legami del corpo, intellettualmente intende quelle cagioni, e però può sapere le necessarie conseguenzie di quelle. Si che in questi due modi l’anima separata sapere può delle future cose.

V. 100. Or qui responde Farinata alla questione esemplificando per lo senso lo intelletto, sicome dice lo commentatore sopra lo settimo della Fisica, capitolo 29: quæ est proportio sensus ad sensibile, mediante spede sensibilis, eadem est interfectus ad intelligibile mediante spetie ipsius. E dice ch’elli vedono al modo di colui ch’ha mala luce, che vede meglio le cose lontane che quele che vi sono apresso.