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316 INFERNO. — Canto XVIII. Verso 37 a 60

Ahi come facean lor levar le berze
     Alle prime percosse! e già nessuno
     Le seconde aspettava nè le terze.
Mentr’io andava, gli occhi miei in uno 40
     Furo scontrati; ed io sì tosto dissi:
     Già di veder costui non son digiuno.
Perciò a figurarlo i piedi affissi: *
     E il dolce Duca meco si ristette,
     Ed assentì ch’alquanto indietro gissi: 45
E quel frustato celar si credette
     Bassando il viso, ma poco gli valse:
     Ch’io dissi: Tu che l’occhio a terra gette,
Se le fazion che porti non son false,
     Venedico se’tu Caccianimico ; 50
     Ma che ti mena a sì pungenti salse?
Ed egli a me: Mal volentier lo dico;
     Ma sforzami la tua chiara favella,
     Che mi fa sovvenir del mondo antico.
I’fui colui, che la Ghisola bella 55
     Condussi a far la voglia del Marchese,
     Come che suoni la sconcia novella.
E non pur io qui piango Bolognese:
     Anzi n’è questo luogo tanto pieno,
     Che tante lingue non son ora apprese 60




V. 37. Cioè le gambe e le calcagne.

40. Segue lo poema mostrando come vide messer Venedico de’ Caccianemici da Bologna, il quale avea una sua sorella nome Ghisola bella; roffianolla a messer Opizzo1 marchese da Esti di Ferrara, promettendo a lei che l’arebbe signorìa e grandezza: dopo lo fatto ella si trovò a nulla delle promesse.

57. Imperochè la ditta novella sconcia suona in diversi modi, ch’altri vuol dire che ’l fue non con saputa del ditto, ed altri dice che non fu nulla, ma qui è lo detto messer Venedico, e l’afferma sì come appare nel testo quando dice: Io fui colui che la Ghisola bella, etc.

58. Segue lo poema mostrando che universalmente i bolognesi sono caritatevoli di tali doni, cioè di roffianare parenti e cognoscenti chi meglio meglio. E però dice che quella bolgia è piena di bolognesi: ed a far comparazione quanti sono dice che tra Savena e Reno non sono tante lingue accese, cioè vive, che dicano sipa, quanto sono quelle che sono in quel luogo. Per la qual comparazione è da sapere che a Bologna da l’un lato della terra corre un fiume che ha nome Savena, da l’altro lato corre un altro fiume

  1. L’ Ottimo ha Azzo molto arbitrario, che non ha nessun codice laneo.