Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/367

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INFERNO. — Canto XXI. Verso 126 a 139 363

     Che tutto intero va sopra le tane.
O me! Maestro, che è quel ch’io veggio ?
     Diss’io: deh: senza scorta andiamci soli,
     Se tu sa’ir, ch’io per me non la chieggio.
Se tu se’ sì accorto come suoli, 130
     Non vedi tu ch’ei digrignan li denti,
     E colle ciglia ne minaccian duoli?
Ed egli a me: Non vo’ che tu paventi:
     Lasciali digrignar pure a lor senno,
     Ch’ei fanno ciò per li lesi dolenti.1135
Per l’argine sinistro volta dienno;
     Ma prima avea ciascun la lingua stretta
     Co’ denti, verso lor duca per cenno,
Ed egli avea del cui fatto trombetta.


  1. V 135. Non mi parendo che bollendo nella pegola siasi cotto lesso, nè arrosto, ho ritenuto lesi ch’è nel Lana, in BS BV, e in tutti i Codici più illustri (fra cui il Filip., il Cavr, quello di S. Croce, e il Cass.). Avealo anche il marciano LIV ma fu guasto. Il Witte stette col lessi.




Ivi. Insino all’altro, quasi a dire: la nostra giurisdizione non s’estende più giuso, che la giustizia di Dio vi ha messi altri soprastanti.

V. 127. Qui dice l’autore delli atti che faceano, li quali li induceano nell’animo paura.

133. Qui mostra il dolce e ’l continuo confortare di Virgilio il quale ad ogni risposta rendea ragione, dicendo che elli fanno tutto ciò per li peccatori dolenti e malnati.

136. Or qui dice della via che feceno, soggiungendo come quelli demonii seguiano drieto al suo capitaneo, e derideanlo e beffavano di lui, e ciascuno in derisione di lui traeva la lingua fuori, e stringeanola con li denti, sicome s’usa fare di beffa d’altrui.

139. Qui mostra come lo capitano in derisione di loro li chiama con uno suono, ch’elli facea col culo: e questa era sua trombetta.

Circa la qual locuzione si può scusare l’autore a chi l’accusasse di parladura sporca e villana si in questo luogo, come eziandìo in lo XVIII, di Taide; che la materia e l’atto del luogo lo costrinse, cioè l’inferno, in lo quale è ogni inordinazione e disconcio1.

E qui pon fine al predetto capitolo.


Nota. Da questo capitolo come dal successivo XXII non sembra che quegli, che fece quel zibaldone a cui fu dato l’onorevole appellativo d’ Ottimo, abbia al Lana tolto nulla. Ha accattato da altri e diversi, e allargato di proprio.

  1. Tutto questo scusare manca al Cod. Magl il quale in questa parte comincia ad essere meno scorcio.