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INFERNO. — Canto XXVIII. Verso 94 a 108 449

Allor pose la mano alla mascella
     D’un suo compagno, e la bocca gli aperse 95
     Gridando: Questi è desso, e non favella:
Questi, scacciato, il dubitar sommerse
     In Cesare, affermando che il fornito
     Sempre con danno l’attender sofferse.
O quanto mi pareva sbigottito 100
     Con la lingua tagliata nella strozza,
     Curio, ch’a dicer fu così ardito!
Ed un ch’avea l’una e l’altra man mozza,
     Levando i moncherin per l’aura fosca,
     Sì che il sangue facea la faccia sozza, 105
Gridò: Ricorderati anche del Mosca,
     Che dissi, lasso! capo ha cosa fatta,
     Che fu il mal seme della gente tosca.




V. 103. Questo fu messer Mosca Lamberti, il quale era una colli Uberti e colli altri ghibellini di Firenze in grande stato. Avenne a uno tempo che fu contratto parentado tra li Uberti1 e li Buondelmonti, li quali erano capi in Firenze di parte guelfa, in questo modo che un giovane dei Buondelmonti tollea una donna delli Uberti per moglie. Ordinato e fatto questo parentado, e fatta la raunanza ciascuna della parti, com’era consuetudine in Firenze, mossesi questo sposo de’ Buondelmonti con la sua gente ad andare a casa della donna per sposarla. Quando fu a mezza via da casa de’ Donati gentili uomini di Firenze, una donna de’ Donati, che avea una bellissima figliuola, uscì fuori di casa e fu per mezzo lo sposo e disse: sciaurato, ove vai tu? tu sei lo più bello giovane di questa terra, e vai a sposare una scimia; se tu vuoi mia figliuola io te la dò. A costui piacque tale profferta, e sì la sposò e tornò a casa. Li Uberti aspettando costui, ed elli non venia, mandolino messi a sapere di ciò: fu loro detta la novella; molto l’ebbeno per male, e incontanente si strinseno insieme con li suoi amici a consigliarsi che avesseno a fare per vendicare tant’onta. Alcun dicea di non fare nulla, altri dicea di scapigliarlo, altri dicea di darli botte, altri di ferirlo nel volto; fra li altri fu lo predetto messer Mosca, e disse: io consiglio che sia morto, e non ce ne avremo più a guardare indietro: cosa fatta, capo ha. Fu preso questo partito e consiglio, e alcuni giovani delli Uberti andonno, e si l’ucciseno. Per la qual cosa fu mortale guerra tra quelli due casati, che furono cagione di tutte le parti di Toscana; e perciò dice: Che fu il mal seme della gente tosca, cioè che Dante aggiunse el fu mal seme di Toscana e anche de’ tuoi parenti, che furono discacciati da Firenze.

  1. L’Ottimo ha Amidei, e dice bene; nell’errore anche il M. toscaneggiante.