Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/498

Da Wikisource.
494 INFERNO. — Canto XXXII. Verso 103 a 121

Io avea già i capelli in mano avvolti,
     E tratto glien avea più d’una ciocca,
     Latrando lui con gli occhi in giù raccolti; 105
Quando un altro gridò: Che hai tu, Bocca?
     Non ti basta sonar con le mascelle?
     Perchè pur latri? qual diavol ti tocca?1
Omai, diss’io, non vo’ che tu favelle.
     Malvagio traditor, che alla tua onta 110
     lo porterò di te vere novelle.
Va via, rispose, e ciò che tu voi, conta:
     Ma non tacer, se tu di qua entr’eschi.
     Di quel ch’ebbe or così la lingua pronta.
Ei piange qui l’argento de’ Franceschi: 115
     Io vidi, potrai dir, quel da Duera
     Là dove i peccatori stanno freschi.
Se fossi dimandato altri chi v’era,
     Tu hai da lato quel di Beccherìa,
     Di cui segò Fiorenza la gorgiera. 120
Gianni del Soldanier credo che sia


  1. V. 108. Lezione molto grainmalicale del Cod. Laur. XL, 7 a cui bene sia la chiosa.




V. 104. Ciocca, cioè brancata.

105. Cioè abbaiando elli.

106. Qui poeticamente pone il nome introducendo uno nel canto che ’l domandò quello ch’elli avea, con ciò sia ch’elli batteva le mascelle e sovra quelle latrava, cioè abbaiava.

112. Come appare nel testo. Questi che palesò lo nome di messer Bocca, si è Buoso da Doara da Cremona, il quale per dinari commise tale tradimento contra la sua patria che elli die lo passo ai cavalieri del re Carlo il vecchio, quando vennero in Lombardia; per la quale venuta elli a quelli di casa sua, e tutta la sua città funno diserti e distrutti. E però dice: quello che è stato così pronto a nomarmi, piange qui l’argento, cioè la pecunia ch’elli ricevè dai Franceschi, e insegnali messer Bocca fare lo dittato, ch’elli dice a Dante: quando tu serai su nel mondo, tu potrai dire: io vidi quello da Doara, in quello luogo, dove stanno freschi li peccatori, cioè nella ghiaccia. E per ampliare suo canto, dice: se fossi domandato e chi v’era d’altri, sappi che quello che è apresso è l’abate di Vallombrosa di quelli di Beccaria da Pavia, il quale essendo per la Chiesa in Firenze, volle tradir Firenze e trarla dalle mani de’ guelfi, e darla ai ghibellini; per lo quale tradimento già contratto, quei di Firenze, che aveali lo reggimento m mano, si lo espionno, e taglionno la testa al ditto abate; e però dice che Firenze li segò la gorgiera.

121. Questi fu un gentile di Firenze, il quale, essendo lo reggimento in mano de’ nobili, convocò lo popolo con tumulto e a ro-