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— 71 — l’altro persone ricche e industriali, ma dispetta che il commentatore Giacomo tolto al Filippo fosse stato dai ge.nealogisti dato a Frate Guglielmo; dispetto inutile se a chi ragiona non entra. Quanto al Rosciate è scusabile se ’1 fece tìglio di frate gaudente: parecchi Lana erano tali, i Gaudenti famosi. Quanto al figliuolo lo stesso Gualandi avverte che nel Uictionarium juris di Rosciate il nipote $1a vero dire abiatico ) prendesi per figliuolo. Ma poichè l’età troppo giovane da esso stesso avvertita pel 1323 $1anni 33 ) non poteva fornirgli, per studiar che facesse tanto sopra la sua propria condizione da saper ({uel che seppe il Commentator primo di Dante. Se a 33 anni poi attendeva a provvedere asse e travi vorrò un pò sapere come poteva attendere a mandare innanzi questo Commento colossale al quale tanta scienza di filosofìa, lingua, storia e teologìa è, che appena un vecchio studiosissimo, e non d’altro che di quello aver poteva! se magister li(jiaminis egli era, e tale il suo stesso figliuolo, mi perdonerà il Gualandi se concludo che se il Codice da cui derivò (per mano dell’ignorantissimo Maestro Galvano) il Codice Riccardiano-Braidense è proprio di un Jacomo de Zone, questo tale non è di quelli memorati da lui; e come il Rosciate errò sulla condizione della fratria di Filippo, la soscrizione al Codice potrebbe avere innestato per esempio un fratello del padre fra il padre e il figliuolo, e così il Giacomo fosse stato veramente figliuolo di Fra Filippo, e non figlio, ma nipote, di un Ugozzone. Questo stesso prima scrissi poi stampai al Gualandi il quale, visto a Ravenna per le feste al Poeta, avendomi detto che so a Bologna venissi altro m’avrebbe comunicato, venutovi io e richiestolo ei mi avvisò che nulla mi aveva promesso. Sicchè nuli’ altro avendo che questo non posso nulla accettare di quanto allegò fuor quello che accettai innanzi del Zone per Cguccioiìo ^ e del frate di pevitenz-a e non frate gaudente. Questo per ciò che vide il Gualandi; che per ciò che non vide, e discorse per bocca altrui incappò in errori gravi come allora che asserì che il Codice ambrosiano da me pili volte memorato contenesse commento dantesco, che non contiene, di che ho dato prova e ragioni. Chi vuol dir vero vegga. Il Batines dovrebbe essere rifatto.- raro mi fu trovar tal quale se vidi ciò che scelsi