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Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/162

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44 INPERNO 47. E vidi '1 buono accogli tor del quale, Dioscoride, dico. E vidi Orfeo; Tullio, e Lino, e Seneca morale. 48. Euclide geometra, e Tolommeo; Ippocrate, Avicenna, e Galieno; Avverrois, che 'i gran comento feo. 49. Io non posso ritrar di tutti appieno, Perocché sì mi caccia il lungo tema Che molte volte al fatto il dir vien meno. 50. La sesta compagnia in duo si scema: Per altra via mi mena il savio duca Fuor della queta nell'aura che trema: E vengo in parte ove non è che luca. che'l principio di tutte le cose era 48. (L) Comento. D'Aristotele. — V acqua; e àuse ch&H mondo avea Feu; "fece. ont'f.a e era "pieno ai demo'ii: di lui (SD [Averrois. V. Tirabosi^hì, favello. S. Àgoslino nell Vili de Ci- Storia let ter., lom. V, lib 2 e D'Her- tit. Dei. Di lui Aristotele (Touica. e b-lot, Bibtiolhèque Orientale, art. nel libro della GenerazìoriP) Eraclito Roschd^ col qual nome gli Arabi chia- ritasi nella Somma (2. 2, 156). Di mano Averroe.] — Comento. Gonv., Zenone, Cicerone e Seneca eri Ari- pag. 272, e Mon., paif. 9. stotele (Fis , iV); d'Euclide, Boezio; (F) Avicenna. Arabo del seco- di Democrito, Arist. nella Fisica e lo X. Scrisse di medicina, di metal- nel Libro dell'Anima 47. (L) Buono : buono valente rac- coglitore delle qualità naturali dei corpi. (-L) Buono. yEn., X: Bonus Euryfhion: d'un artista — Quale, pf^r qualità, l'u^a nel Paradiso. — lurgia, di chimica, di filosofìa razio- nale. Lo nomina nel Convivio. — Tolommeo Conv., IV, 3. — Galieno. M n , p. 22; Conv., I, 8. — Aoenois. S'ausava anro in prosa, e cosi il Ra- bHais (Prognosi,.. IH). 0^.: Spuohe molti libri d'Aristotele Fu di nobi' Orfeo Virgilio (^En , Vl)collo<'a ne- Un'imo ingeornt, piii che uomo; ma gli Eii'5' Museo ed Orfeo: Orazio non contesso Cnsto (Poei.y.SacerinterpresqueDeorum... 49. (L) Ritrar: dire. — Sì: tante Orpheui. — Tullio, Lo nomina nel cose ho a dire che tutte non posso. Convivio (pag. 35, 38, 39, 43 48), (SL) Ritrar. Conv.: Lucano, nella Monarchia (pag 34, 37. 38, 46, quando litrae come Cesire .. — Me 50), e nella Volgare Eloquenza (pag d96i. E accenna a detti di lui nel poema. — Lino. Il poeta sacio no- minato da Virgilio ome figliuolo di Apollo (Buf',., IV. VI). Altri legge no. Conv : La fantasia vien meno talora aWinlelletto. 50. (Li Susta: di sei. — In: di. — Tremn di sospiri; e poi di turbine. — Non- non è cosa che dia lume, lido, niù voitr" citato da DantPiM'O., astro, né aKro pag. 34 3^ 38, 40 e Inf. XXVIII). (SL) Se^tn. In Arrighetto: Scl- CF) Morale Ro'c : Seneca mo- ti>yta cowpaynia, compagnia di sette rnle, maestro ni Nero*» e. D' ini n^Ha de^ Così binui a'Latlni valeva e di Volgare Eloquenza (paii. 227). Nel d^i" e dopoio — Trema: Più sopra: Convivio è cit<ito dop > Divide e Sa- Sofipiri, Che Vaura eterna facecan lomone. Nella Somma citati come tremare. autorità Seneca e Tullio. o^Sgg^o All'entrata nell'orrore Infernale fa e ne'contrappostl, purché non ricer- contrapposto l' entrata del castello cati, è la potenza poetica e la oratoria circondalo di luce, dove spirasi del- e la logica. Il resto è un tessuto di l'aura serena della seconda cantica: storia sacra e civile e letteraria, arido.