Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/188

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Od INFERNO Alle quali Imagini fanno contrapposto quelle della cortesia e del va- lore (1) lodali nella Firenze d'un tempo, e che più non si trovavano nel paese irrigato dall'Adige e dal Po (2); e quelle dell' awore e della cortesia che ispiravano a nobili affanni e ad agi non vili le doline e j cavalieri della poi immalvagita Romagna (3). Cortesia e valore fa il Poeta essere rimprovero del secolo selvaggio; e siccome nel XVI del Purgatorio egli dice rimasti per saggio della gente spenta tre vecchi, cosi nel VI dell'Inferno, appunto laddove è parola dì Parte selvaggia, dice essere in Firenze due giusti, ma no7i intesi. Non é da tacere che in Virgilio la cultura della terra è più volte rappresentata con figure che concernono l' umana civiltà : jEn., IX : Rastris terram domat. Georg., II: Cogendce in sulcum ac multa mercede domandce. Georg., I: Impe- rat arvis. - Georyr., II: Dwra exerce imperia, et ramos compesce flU' entes... mansuescit arando. E Orazio (Ep., I, "i) : Incultfp pacantur vo- mere silvce. — Ep., II., 2: Silvestrem flammis et ferro mitiget agrum. E in Virgilio (Georg., II): mitis vindemia vale matura, e fa contrap- posto ai lazzi sorbi (Inf., XV). A cortesia, nel linguaggio del Poeta, opponesi villania (4). Che se in più luoghi il villano è nominato da lui senz'accenno di biasimo (5, più sovente queste voci hanno senso non buono, come quando dipinge il montanaro che stupido si turba entrando a città rozzo e salvalico (6) il che rammenta l'ardito modo gente selvaggia del luogo (7i, per dire nuova ed ignara, e dà a ve- dere come la parte .selvaggia a lui fosse la gente nuova 8», ignorante del civile governo. Alla quale accenna il proverbio: volga il villan la sua marra (9). A Dante doleva vedere misti alla pura cittadinanza fio- rentina il villano d' Aguglione e il villano da Signa <10i; non tanto perchè di plebea origine, quanto perchè barattieri, e ingranditi per guadagni subiti, che nella gente nuova generarono orgogli intempe- ranti , e fecero , più che mai , manifesta in Firenze quella vena fie- solana di monte e macigno che è il contrapposto del gentil seme di Roma (di). Né in Firenze soltanto e'piangcva cotesta confusione, ma per Italia tutta, piena di tiranni, perchè ci diventa un Marcello ogni villano che vien parteggiando (12). Il seme degli alti Fiorentini{i3) è àluì il dolce fico (Ut), gli altri son sorbi lazzi: ma nel mal' orto dì Frate Alberico crebbe quel fico di tradimento che gli si cambia laggiù con un dattero 15 . Crescono dal letame delle bestie di Fiesole piante che non somigliano alla satita se- menta (16' di prima, dacché il Mosca disse la parola che fu mal seme (17) a tutta Toscana ( cosi come la parola del Sacerdote) fu mala se- menta per i Giudei (18) ; e altri al Mosca successero seminatori di scandali e di divisioni (19). E già tutta Romagna era ripiena di sterpi (1) Inf., XVI. (9) Inf, XV. (2) Purg., XVI. (IO) Par., XVI. (3) Purg., XIV. (11) Inf, XV e XXVI. , (4) Inf, XXXIII. (12 Purg., VI. (5) Inf., XXVI: Quante il villan... (13) Par . XVI. vede lucciole. Vur.^lV : Maggiore aper- (14) Inf , XV. ta... impruna... L* unmdeUaviUaquan- (15) Inf..XXXin, e nel XXIX il lusso do l* uva imbruna. Inf., XXXII : (Juan- vano di certi Senesi è sorto dove s^ap- do sogna Disptgntar sovente la villana, picca mal seme. Inf.^ XXW ■.Lovillanello... vedelacam- (16) Inf., XV. pagna Biancheggiar tutta, (17) Inf., XXVMI. (6) Purg., XXVI. (18)Inf.;XX[ll. (7) Purg., II. (19) Inf., XXVIII. (8) Inf., XVI.