Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/266

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136 INFERNO OAIVTO XIII. AROOMEIfTO. Nel secondo girone de' violenti penano i suicidi^ tra- sformati in aspri tronchi sensibili, come il corpo di Poli- doro in Virgilio. Le Arpie li divorano, come in Virgilio V avoltoio divora il cuore di Tizio. E le Arpie da Virgi- lio son poste sulla soglia d' Inferno. Il Poeta trova Pier d^lle Vigne, segretario di Federigo IJ. Poi rincontrano ombre nude inseguire da. cagne nere che vanno per lace- rarle ; e sono i prodighi che disperati si uccisero o si la- .sciaron morire, prodighi bestiali, nonché incontinenti. Nota le terzine 1, 2, 5, 8, 9, 12, 14, 15, 19, 22; 24 alla 27; 31; 33 alla 48. 1. iVon era ancor di là Nesso arrivato, Quando noi ci mettemmo per un bosco Che da nessun sentiero era segnato. 2. Non frondi verdi, ma di cojor fosco; Non rami schietti, ma nodosi e involti; Non pomi v'eran, ma stecchi con tosco. 3. Non han sì aspri sterpi né sì folti Quelle fiere selvagge che in odio hanno, Tra Cecina e Corneto, i luo;2:hi colti. 4. Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno, Che cacciar delle Strofade i Troiani Con tristo annunzio di futuro danno. 1. (L^ Di là: df>.1 Riiado. gllio, ^IpI r.esnnorlin di Polidoro (/En., 2. (L) ShipAU: lis'i. ^ ili); P^/is'v hutUibai horrida... (SL. S h'.eitL P.>iiz. : L'abito 3. (L) 0>'/.i : •••.liiv ,ii, schietto e senza nocchi. — Pn ni Per {:>L) Corneto Tra gli Slati del frutta ìq gtìnero, aricne nei XVI del- Papa e Tos-api. Firto a' di nostri l'inferno. Semlnt : V drbuto oirico luoa;o palustre. di rossicanti pomi, — Stecchi, Vir- '«. (1-) Bmfte/ sozze.