Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/352

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216 INFERNO 9. Le piante erano accese a tutti intrambe; Perchè sì forte guizzavan le giunte, Che spezzate averian ritorte e strambe. 10. Qual suole il fiammeggiar delle cose unte Muoversi pur su per l'estrema buccia, Tal era lì da' calcagni alle punte. 11. — Chi è colui, maestro, che si cruccia. Guizzando più che gli altri suoi consorti (Diss'io), e cui più rossa fiamma succia? — 12. Ed egli a me: — Se tu vuoi ch'i' ti porti Laggiù per quella ripa che più giace, Da lui saprai di sé e de' suoi torti. — 13. Ed io: — Tanto m'è bel quanto a te piace. Tu se' signore; e sai ch'io non mi parto Dal tuo volere; e sai quel che si tace. — 14. Allor venimmo in su l'argine quarto; Volgemmo, e discendemmo a mano stanca Laggiù nel fondo foracchiato e arto. 15. E '1 buon maestro ancor dalla sua anca Non mi dipose, sì mi giunse al rotto Di quel che si piangeva con la zanca. 9. (L) Intmwbe : ambedue. — Per- (Fj Giace. Altra volta Virgilio che: onde. — G'«ii/e; giiiniure collo lo porterà per salvarlo da' diavoli df'pi^di. — Riturie: legami di ra- punitori della baratteria, muscelli atlorii. — Strambe: legami 13. (K) Bel. mi piace, d'erbe intrecciate. {^^L) Bel. in q\ies*osens,o ahbella (2L) Giunte. Pviicì: Corte le giunte, nel Paiiidiso; e nel i^urgatoiio, in il pie largo. lingua iiov nzale, a6eii<. — Signore. 10. (L) Pm : sol. — Buccia: super- Bm-.. , V : Tu major: libi me est ae- ficie. — Panie: bruciavano di peJle qaum parere — Tace. Inf. , X, t. 6; in pelle. XVI, t 43. 11. (L) Consorti: compagni al do- i4. (L) Stanca: sinistra. — Arto ' lore. — Succia : sorbe ogni nmore. stretto (SL) Saccia. iEn.. II : Limbere (SL) Quarto. Scesero il ponte fiamma comas, et circum tempora della bolgia lerza ; perché da ogni 'paaci. Hor. Su. , 1,5: Flanuaa . . . bolgia il muro verso la roccia, è summumpropeiabat larnbei e tectum. . \)\ù allo — Stanca per sinintra, SlIìco (F) C uccin Lue , XVI ìM in prosa. — Arto Stretto è il fondo Crucior m hac fiamma. — Più. Come della bolgia, e perctiè il pendio delle papa, più reo. irfg , Dial. IV 43: muraglie tale lo rende e perchè de' si- Unui c4 gehennae igais ned non moniaci non ve n' è moltissimi, e per- uno "OiO i.nes C'uciat peccatotes chèsiandone' foridel fondoedelleco- <2 (L)P*ù: ai più dolce pendio.— • ste, tengono meno si» zio degli altri Torti- falli. d^innail Purgatorio (XXV, t. 3): ar- (SL Gi'^ce Geors.. IH : T >ntum tezza campi jacel Mn . Ili: TiiJ-^U'i.que 15 (L) Anca. : tenendolo alzato, jacentem. — Torli. Petr. : Ooe pian- lo reggeva quasi sul llanco. — Di- giamo il nostro e V altrui torlo, pose: depose. — Sì: sinché. — Rol~