Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/441

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CANTO XXVI. ' 305 ULISSE E GUIDO D^ MONTEFELTRO. Seguono ai ladri coloro che con frodolenti consigli fecero furto alla pìnstizia e a'ia verità per avvarilafrgiare ad altri e a sé. Siccome, dice r Anonimo, per aguali imbolnrono altrui le cittadi e gli uomini, e qui da queste fiamme nono imbolati ellino. L'agnato, o fatto o con- sigliato die sia, é pusio da Dame in una bolgia più sotto del furto, perché riguardando cose meno materiali e persone insieme, e maggior numero di persone e di cose, e adopraiido oltre a'mezzi materiali [)ìù pensatam«'nte l'ingegno, e cosi viziando lo spirito più addentro, più nieria pena. Ed é sapiente, collocare accanto a' ladri, plebe i più (dico i ladri al minuto;, e più sotto di loro collocare i consiglieri dei grandi (1>. E però il fuoco che involge costoro, il Poeta lo chiama furo, cioè ladro de' ladri, e de' servi de' bidri. Circumdederunt eos adinventiones suae... Applicuerunt quasi clibanum cor snum cum insidiarentur eis 2i. S. Jacopo dice la mala lingua infiammata a gehenna (3.; e ì Salmi (4) : Sagittae potentis acutae cum carbonibus desolatoriis; e Isa- ia (5 : Siccome lingua di fuoco divora la stoppia e V ardor della fiam^ ma brucia; cosi la radice loro sarà quasi favilla. Rincontra Dante per prima Ulisse e Diomede in una fiamma medesi- ma, perché uniti al. 'aguato e alla strage di Reso (6), e al furio del Palladio, violento insieme e sacrilego e frodulcnto (It. Ma la fiamma va divìsa in due punte, siccome quella che arse i cadaveri de' due fratelli per il regno nemici; e quesio perchè gli uomini acuti al male si dividono tosto o tardi in se stessi, e, se forzali a star pure insie- me, cotesto è continuo tormento. Il corno della fiamma ove geme Ulis- se, é maggiore perchè Diomede più violento partecipò a talune delle trame di quello; ma Ulisse, ehe da Virgilio è pur chiamalo dirus e saevus, ordiva le trame: e altre ne ha di sue proprie, come la morte di Palamede (8,>, e l'inganno con cui scoperse Achilie, vestilo da don- (l) Furto ha senso in Virgilio d' in- ino qunc prodita somnn Tyiifies multa sidia ingenerosa : Fiu/ìchIchì h'ind est vnstai'ai C'Cfie crventus, Ardentcsquc digiiaUis Oroden SleDìertj me jnCa lae- archi equo* in cnslrn. cum ilare cuspide vulnus : (Jbiiut ikI- (7) ^n.. II: ... Jn-piux rx q'in TyU' rerxo occurrifj scsrquc viro tir Conlw dfs s'd eni-n , sce'etuuiquc inrentor lil : nuil finti meliorf std futtibus UV' f//j/vvpv Fulitlewig' issi sucrutn uvellere tnis {/Eu. X). tC'iipl.i l'titliiitiiim, diesis suvuuneciislo- {'!) Os , VII 2 e 6. dihnit urcis, Conipueie saciam effi- (3) Ki>ist.> IH, 6. gicm , mauibnsquc Ciuculii Virgimas (4) CXIX, 4. ausi Diiwe coìitingerc vitias, {^) V, U. (8) .En.j II : Invidia... pellacis UliJS' (6)jEn,I: Rhesi... tentoria... pri- sei. Dante. Inferno. 20 8Ó6