Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/468

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332 INFERNO 46. r feci il padre e 1 figlio in sé rubelli. Achitofól ne fé' più, d'Absalone E di David, co' malvagi pungelli. 47. Per eh' i' partii così giunte persone, Partito porto il mio cerebro (lasso!). Dal suo principio, eh' è 'n questo troncone. Così s' osserva in me lo contrappasso. «^ ^>^3g:^o- se II Noveirinochiama Enrico li il re giovane, il Villani e l' Ottimo lo chiaman Giovanni; e la confusione commessa dal Villani poteva venir fat'a an^o a Dante. Gol più de'Coiici scrivo Gioi^anni, che la il vnrso mi- gliore. i\l.»'ì ribelle anctiPì questi — Conforti G. Vili : Per conforto de' G'nniii prese la siunona. — Pun- gelli Md., XI: Stimuli.qae agitabat amar in. 46. (L) In sè : un contro l'altro. — Fé': nun mise più male coi pungoli rei tra \ssalnnn« « Davide. (■^L^ Rubelli Ddbellum: di qua- lunque guerra può dirsi etimologi- camente ciie l'un nemi'io contro l'al- tro è ribelle, e il priQ;ipe contro i sudditi. — Achitòfel. Consigliò ad Assalotine vioUre le concubine dA padre e combatterlo. Vinto Assalonne, Achitòfel s'impiccò (Reg. Il, XVI, XVll) 47. (L) Partii: divise padre e figlio. — Giunte: congiunte. — Principio : dalla midolla spinale. — Conirap- passo: la l'ugge del taglione. (SL) Tioncune. Ma., II: In- gens,... truncus Aouliumque humeris caput. (F) Principio II principio del cervello ponevano nella midolla spi- nale Aristotele e altri. — Contrap- passo. Da contra-patior avTtTeTtov- ^o;. Som.: Contrapatire seconio che fece. Contrappasso è patere ugual- mente commisurato al precedente operare, massime nelle azioni ingiù-- riose. Osservasi questa legge in quasi tutti i supplizi! di Dante. Questo, e 11 precedente, e il XXXll Canto sono i più fitti di storia. MdO- melto con le suhi donne gli richiama alla mente frate Dolcino. la cui ff^r- mezza ostinata parve memorabile al Cantore di Farinata e di <;apanéo. Chi sognò D.iUte sognatore di nuovi rimpasti ^^ì religioni, veda com' pgli traili coloro che divisero le anime umane in qnel die dovrebbe con- giungerle più fortpmentf^: e scisma- tici, e preti'i e qneoU stolli Che fu- ron come sp'iae alle ScrxUwe. Ma da cotesto non segue ch'egli lodasse chi, credente e .saiierdoie, fugge la Scrit- tura, o chi la coarta, cioè alla'ga o restringe il dovere a capriccio. E se un diavolo stronca 1 seminatori di discordie religiose, un diavolo fa il suo nido nel capuccio di predicanti vani. Troviamo qui e celebri e oscuri a noi. La storia fiorentina, illustrata dalla luce dell'ingegno, fa celebre, quasi più di Gurione, Mosca de' Lam- berti, e proverbiale il suo motto. Si pensi lo strazio d'4 riaprire per ferro le piaghe via vìa richiuse, del far ribalzare a terra troncate le mem- bra riapoiccate al corpo dolente; si pensi al colligiano poeta che , nelle mani portando la propria testa, pa- tisce continuo l'agonia della decolla- zione. Tra locuzioni ad «^qtiate all'or- ribilità del soggetto, ce n'è di fami- gliari da farlo più orribile. E quegli annegati dal tradimento, che non te- meranno naufragio, né nella tempe- sta si voteranno ai Santi del cielo, é ironia di possente pietà.