Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/539

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CANTO XX XIII. 403 morte lunga venivano facendo i visi e i corpi de' giovani, come il suo; ma significa ancora più, che in quegli specclii di morte li padre rico- nosce atterrito sé stesso, si sente autore del nascere e del morire loro, s'immedesima nel lor patiincnio Non dice in quattro visi, ma per, facendo errare moltiplicato e ripercosso per quattro aspetti un senti- mento qua-i più tremi^ndo del nulla, l ligliuoli gli si offrono in cibo: e se qualche macchia dovessimo qui notare, sarebbe quella forma di mezza amplilìcazione : tu ne vestisti queste misere carni, e tu le spoglia, che sa d'artifizio, sebbene sia da notare che a que' tempi nutriti nella lettura de' libri bib ici^ l'imagine del corpo umano figurata come una veste era comune tanto da non parere inverisimlle anco in momenti di doloro supremo. Ma, dopo confessalo che questa terzina, da taluni lodata come delle più belle, è la meno; corre debito di soggiungere che la pietà de' figliuoli e la quasi oltraggiosa ignoranza loro dell' a- more paterno doveva essere a lui doppia pena , e che il comprimere ogni sfogo per non li fare più tristi, doveva far crescere la sua am- bascia. Pare contradizione il dargli mangiare le carni proprie e polii dire di Gaddo: padre imo che non m'ajuti? lo non so s'io abbia a dire che cotesta è una delle contradizioni tante della misera nostra natura, la quale, dopo sinceramente profTertasi al sacrifizio, richiede poco ap- presso da allrui quello di che oll'era pronta.a fare dono ; o s'io abbia a dire piuttosto cne l'ajuto invocalo dal moribondo non è di pane, impossibile ornai a trangugiare, e di cui nel delirio del dolore egli ha smarrito il bisogno e quasi l' idea, ma l'ajuto de' conforti e dell'affetto del padre il quale, tentandosi tanto lungamente mutolo in mezzo ad essi, par noncurante di loro, e come fantasima lì spaventa. Onde il preso suonando rimprovero, giungeva come nuova saetta al suo cuore. Cascano gli altri tre ad uno ad uno: a stille egli assaggia la sua nella loro morte: variata morte e nel tempo e negli aspetti: la qual varietà il peccatore dannato non ha agio di dipingere perchè il suo fu- rore la assorbe tutta in cocenie unità. Ma l'imagine del cascare eh' e' fanno mano mano, ce li ritrae nello sforzo di reggersi sopra sé quanto possono ritti o seduti, per continuare le apparenze della vita e dif- ferire al padre lo spettacolo di tanti cadaveri. Sopra i quali egli si dà a brancolare, a brancolare sopra ciascuno; e cosi gli vedi giacerò sparsi per la terra, e pur tanto vicini, che il vecchio cieco, andando dall'uno all'altro, incespica in essi, e cade da ultimo non sai su quale se su uno o su più. Se altro poeta possa in altrettanto spazio di versi condensare tanta verità di dolore, e distendersi nella dipintura delle cose materiali senza che la parte spirituale ci perda, io non so; né oserei, per ammira- zione irriverente, porre alla potenza dell'arte limiti ingiuriosi. Ma dico: mi si mostri un altro simile o dissimile tratto di poesia, dove altrettante bellezze d'affetto e di stile e di numero siano più pensata- mente insieme e più schieiiamenle adunate, più modestamente insieme e più fortemente.