Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/99

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TRIONFO DI DANTE. XCI ispirazioni terribili del dolore; il Tasso è ritto, per dire gli errori della volontariamente inquieta vita sua. In cima del colie, alla destra di Dante, e più su, sorge un tempio gotico; a manca, in pari di lui, un castello. Dalla parte del castello comincia la selva, che si distende per lo scosceso pendìo: selva forte in sul primo di grandi alberi, e alquanto luminosa, poi sempre più buja e litta e selvag- gia. Tra la selva appariscono bastite e armature; lontano, un tempio in fiamme, e una rocca assaltata. Scendendo pel colle, due schiere in battaglia, più giù cavalieri alla spic- ciolata duellanti con lance, più giù fanti con daghe, più giù con pugoali; e uomini appostati tra'l folto delle piante col fucile spianato: nel fondo della valle gente che s'acca- piglia, corridori al palio, che si danno il gambetto, e spet- tatori che fischiano e urlano, e fanno atti sconci. Sulle al- ture del colle, aquile, da capo della selva leoni e tigri, poi lupi, poi volpi e gufi. Più scende, e più la selva si fa stenta, e di piante basse e spinose: qua e là qualche giardino, ma tra l'oro degli aranci gialleggiano gli occhi d'una tigre: rusignuoli tra gli allori, e appiè dell'alloro vipere e galli- nacci. Nel fondo della valle ^ente, che dorme, e dormendo si stira e dà de' pugni al vicino; gente che sbadiglia, e sdra- iata mangia e trinca. Altri ballano, e ballando calpestano capi umani. Chi raccatta monete nel fango , chi soffia nel fuoco e fa fumo, chi ginocchioni dinnanzi a un Mercurio; chi arde incenso a un torso di Venere smozzicato. Più si scende, e più la nebbia s'addensa; qua e là C|ualche spera di luce che sfavilla da uomini solinghi seduti in un rialzo, ritti su una colonna come il paziente Stilila. Dall'altro lato la valle lenta lenta alza in costa, e la costa in poggio ; la costa e il poggio coperti di macchie e di spine , sempre salendo più rade, e miste di giovane bosco, e distinte di fiori. Il Parini tra le spine penosamente col bastone s'apre un sentiero; l'Alfieri, da manca, con la spada; il Byron sdraiato tra i fiori e le spine in abito di pari d'Inghilterra, con un berretto greco alla mano e con un velo di donna, l'iù su il Manzoni seduto, guardando dalla parte di Dante, ma con lo sguardo più alto del capo di quello; e Beatrice a Dante lo accenna, e della luce di Beatrice piove più su lui che sugli idtri di sotto. In cima del poggio di contro a Dante un altare ed un globo; e il Vico, a manca, posa la mano sul globo, e quasi tutto lo prende: perchè quest'uo- mo i tempi prevenne, e fu come in visione trasportato nei mondi dell'umanità passati e negli avvenire.