Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/180

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da questo Pallante la sua narrazione: imperò che ciò, che avevano fatto li Troiani infine a qui, non era degno di loda; ma da questa battaglia si cominciò la gloria de’ Troiani: imperò che allora incominciò ad apparire la loro virtù e la gagliardia di questo nobile iovano ampiamente si dimostrò, come dice Virgilio ne la sua Eneide; e però dice che la virtù dei Troiani, che furno origine dei Romani, incominciò dalla morte di Pallante che morì per acquistare lo regno ai Troiani, e però adiunge: per darli regno; cioè al sengno dell’ aquila. Tu; cioè Dante, sai: imperò che l’ài letto appresso li autori, che fece in Alba; cioè in quella città che fu chiamata Alba 1, sua dimora; cioè sua stanza questo sengno dell’aquila, Per tre cento anni et oltre; cioè per più di trecento anni. E qui tocca la storia che, poi che Enea ebbe vinto lo re Latino di Lavinio, venuto a guerra con lui per le prede che li Troiani, come forestieri facevano ai popoli suoi che si chiamavano Aborigines, lo re Latino, fatto la pace con lui, li diede la figliuola Lavinia per donna et accomunò lo suo regno e la sua città ai Troiani e non furno chiamati più Troiani, nè quelli Aborigines; ma l’uni e li altri Latini; e chi dice che s’accordorno inanti che combattessono, come scrive Livio nel primo libro de la prima decade. La quale cosa saputa da Turno nipote della reina Amata, donna del re Latino, al quale era stata promessa Lavinia per donna, mosse guerra ai Latini; nella quale guerra Turno non ebbe l’aiuto del re Mezzenzio re dei 2 Cereti, et in quella battaglia morto lo re Latino, rimase lo rengno ad Enea. E sconfitti li Rutuli, ricorse Turno a detto re Mezzenzio e mosse la seconda guerra ad Enea, et in questa moritte Enea passando per lo fiume Numicio; e perchè mai non si trovò lo corpo suo, finseno che fusse fatto iddio e chiamoronlo Iove Indigete. Rimase dopo Enea Ascanio figliuolo di Creusa troiana, e Lavinia donna d’Enea gravida che parturitte uno figliuolo che fu chiamato Silvio; e rimasi in pace per trenta anni, multiplicò sì lo popolo che Ascanio si partì da Lavinio, lassatolo alla matringna et al fratello, et andossene ad abitare nel monte Albano con grande gente e fecevi la città la quale si chiamò Alba Lunga, perchè era molto lunga stesa in su uno colle del monte come è Samminiato del Tedesco; e quive successivamente la stirpe d’Ascanio regnò trecento anni infino che venne lo regno in mano a Proca. Lo quale, lassato Numitore et Amulio suoi figliuoli, a Numitore siccome maggiore lassò lo regno; ma Amulio, che era lo minore, lo cacciò et usurpò lo rengno per forza, e li figliuoli maschi uccise, e la figliuola chiamata Rea Silvia sotto

  1. C. M. Alba, edificata da Ascanio filliuolo d’ Enea e di Creusa troiana, filliuola del re Priamo, sua dimora;
  2. C. M. dei Creti