106Se ciò non fusse, il Ciel che tu cammine,
Producerebbe sì li suoi effetti,
Che non sarebber arti; ma ruine.
109E ciò esser non può, se l’intelletti
Che muoven queste stelle, non son manchi,
E manco ’l primo che nolli à perfetti.1
112Vuoi tu che questo ver più ti s’imbianchi?
Et io: Non già, perchè impossibil veggio
Che la Natura, in quel che è opo, stanchi.2
115Ond’elli ancora: Or dì, serebbe il peggio
Per l’omo, in terra se non fusse cive?
Sì, rispuosi io, e qui ragion non cheggio.
118E puot’elli esser, se giù non si vive
Diversamente per diversi offici?
No, se ’l maestro vostro ben vi scrive.
121Sì venne deducendo infine a quici,
Possa conchiuse: Dunque esser diverse
Convien dei vostri effetti le radici.3
124Per ch’un nasce Absalon e l’altro Serse,4
L’altro Melchisedech, e l’altro quello
Che, volando per l’aire, il figlio perse.
127La circular Natura, eh’è suggello5
A la cera mortal, fa ben sua arte;
Ma non distingue l’un da l’altro ostello.
130Quinci avviene, ch’Esau si diparte
Per seme da Iacob, e vien Quirino
Da sì vil padre, che si rende a Marte.6
133Natura generata il suo cammino
Simil farebbe sempre ai generanti,
Se non vincesse ’l proveder divino.
- ↑ v. 111. C. A. che non gli à
- ↑ v. 114. C. A. ch’ è uopo,
- ↑ v. 123. C. A. de’ nostri
- ↑ v. 124. C. A. Solone ed altro
- ↑ v. 127. C. A. L’articular
- ↑ v. 132. C. A. Da simil