Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/291

Da Wikisource.

c a n t o   ix. 279   

100Nè quella Rodopeia, che delusa
     Fue da Demofonte, nè Alcide,
     Quando Iole nel cuor ebbe rinchiusa.
103Non però qui si pente; ma si ride,
     Non de la colpa, che a mente non torna;
     Ma del valor, che ordinò e provide.
106Qui si rimira ne l’arte ch’adorna
     Cotanto effetto, e discernesi ’l bene,1
     Per che al modo di su quel di giù torna.2
109Ma perchè tutte le tue vollie piene
     Ten porti, che son nate in questa spera,
     Proceder ancora oltra mi conviene.3
112Tu vuoi saper chi è ’n questa lumera,
     Che qui appresso me così scintilla,
     Come raggio di Sole in acqua mera.
115Or sappi che là entro si tranquilla
     Raab, et a nostro ordin è coniunta,
     E di le’ il sommo grado si sigilla.4
118Da questo Cielo, in cui l’ombra s’appunta,
     Che ’l vostro mondo face, pria ch’altra alma
     Del triunfo di Cristo fu assunta.
121Ben si convenne lei lassar per palma.
     In alcun Cielo, de l’alta vittoria,
     Che s’acquistò coll’una e l’altra palma;
124Perch’ella favorò la prima gloria5 6
     Di Iosue in su la terra santa,
     Che poco tocca al papa la memoria.

  1. v. 107. C. A. Con tanto affetto,
  2. v. 108. C. A. Perchè al mondo
  3. v. 111. C. A. ancora oltre mi
  4. v. 117. C. A. Di lui nel
  5. v. 124. Favorò; dall’infinito favorare, verbo della terza coniugazione acconciato alla prima. E.
  6. v. 124. C. A. favorì