52E Beatrice cominciò: Ringrazia,
Ringrazia ’l Sol degli Angeli, ch’a questo
Sensibil t’à levato per sua grazia.
55Cuor di mortal non fu mai sì digesto
A divozione, et a rendersi a Dio1
Con tutto suo gradir cotanto presto,
58Come a quelle parole mi fec’io;
E sì tutto ’l mio amore in lui si mise,
Che Beatrice eclissò ne l’obblio.
61Nolli dispiacque; ma sì se ne rise,
Che lo splendor de li occhi suoi ridenti
Mia mente unita in più cose divise.
64Io viddi più fulgor vivi e vincenti
Far di noi centro, e di sè far corona,
Più dolci in voci, che ’n vista lucenti.
67Così cinger la fillia di Latona
Vedem tal volta, quando l’aire è pregno
Sì, che ritenga il fil che fa la zona.
70Nella corte del Ciel, ond’io rivegno,2
Si trovan molte gioie care e belle
Tanto, che non si posson trar del regno;3
73E ’l canto di quei lumi era di quelle:
Chi non s’impenna sì, che lassù voli,
Dal muto aspetti quindi le novelle.
76Poi sì cantando quelli ardenti Soli
Si fur girati intorno a noi tre volte,
Come stelle vicine ai fermi poli,
79Donne mi parven non da ballo sciolte,
Ma che s’arrestin tacite ascoltando,
Fin che le nove note anno ricolte;4
- ↑ v. 56. C. A. nè a rendersi
- ↑ v. 70. C. A. rinvegno,
- ↑ v. 72. C. A. Tante, che
- ↑ v. 81. C. A. le nuove