52Ma siccome carbon che fiamma rende,
E per vivo candor quella soverchia,
Sì, che la sua parvensa si difende;
55Così questo fulgor che già ne cerchia,
Fì vinto in apparenza da la carne,
Che tutto di’ la terra ricoperchia;
58Nè potrà tanta luce affaticarne:
Chè li organi del corpo seran forti
A tutto ciò che potrà dilettarne.
61Tanto mi parver subiti et accorti
E l’uno e l’altro coro a dicer Amme,
Che ben mostrar disio dei corpi morti;
64Forsi non pur per lor; ma per le mamme,
Per li padri, e per li altri che fuor cari,
Anzi che fusser sempiterne fiamme.
67Et ecco intorno di chiarezza pari
Nascer un lustro sopra quel che v’era,
A guisa d’orizonte che rischiari.
70E siccome al salir di prima sera
Comincian per lo Ciel nove parvenzie,1
Sicchè la cosa pare e non par vera;2
73Parvemi lì novelle sussistenzie
Cominciar a veder, e far un giro
Di fuor da l’altre du’ circunferenzie.
76O vero sfavillar del Santo Spiro,
Come si fece subito e candente
Agli occhi miei che vinti nol soffriro!
79Ma Beatrice sì bella e ridente
Mi si mostrò, che tra quelle vedute
Si vuol lassar che noi seguie la mente.3
- ↑ v. 71. C. A. parvenze,
- ↑ v. 72. C. A. la vista pare
- ↑ v. 81. C. A. seguir la