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592 | p a r a d i s o x x i . | [v. 73-81] |
tu ti puoi avvedere al fiammeggiare: imperò che quelle, che avanzano in isplendore, avanzano in amore; e quelle, che sono pari in isplendore, sonò pari in carità et amore; e però dice: Chè; cioè avvegna che, più; cioè amore, e tanto amor; cioè amore, quinci su ferve; cioè in questo luogo arda 1, Siccome ’l fiammeggiar; cioè che tu vedi in noi, ti manifesta; cioè a te Dante fa manifesto: imperò che tu vedi che alquante più fiammeggiano, et alquante parimente. E, negato che lo maggior grado di carità non è cagione del venire a lui, dice qual’è la cagione e dice che è lo piacere d’Iddio, e però dice: Ma l’alta carità; cioè la carità d’Iddio, ch’è altissima e profondissima, che ci fa serve; cioè la quale carità fa noi anime beate serve, Pronte; cioè sollicite 2, al consiglio; cioè a la providenzia d’Iddio, che ’l mondo governa; cioè la quale providenzia governa lo mondo, Sorteggia qui; cioè in questo luogo dà, secondo suo beneplacito, l’officio, l’esercizio a chi elli vuole, siccome tu osserve; cioè siccome tu, Dante, vedi che sono venuta a te io sola 3, secondo la providenzia d’Iddio, che m’à così predestinato e sortito. Seguita.
C. XXI — v. 73-81. In questi tre ternari lo nostro autore finge come la detta beata anima, poi che ebbe risposto ai suoi dubbi, elli replicò ancora movendo dubbio de la predestinazione; et ella apparecchiandosi a rispondere si girò col suo fiammeggiare, dicendo così: Io; cioè Dante, vèggio ben, diss’io, sacra lucerna 4; cioè santa anima, che risplendi come lucerna, Come libero amore in questa corte; cioè del paradiso, Basta a seguir la providenzia eterna; cioè d’Iddio che è eterno, e così la sua providenzia; imperò che ogni beato spirito liberamente e con libero amore fa quello che Iddio provede. Ma questo è quel ch’a cerner; cioè a vedere, mi par forte; cioè a me Dante, Perchè predestinata fosti sola; cioè perchè tu sola fosti eletta da Dio, A questo officio; cioè di venire a parlare meco tu sola, e non nessuna dell’altre, tra le tuo’ consorte; cioè tra le tuoi suori 5, cioè tra l’altre anime beate che sono 6 della condizione che tu. E questo dubbio era nell’autore, cioè perchè a Dio era piaciuto che questa anima venisse nella mente sua a dire di lei più, che dell’altre che furno della sua 7 condizione. E finge che quella anima, udito lo dubbio, fiammeggiasse e girassesi; la qual
- ↑ C. M. arda per gli gradi, Siccome
- ↑ C. M. sollicite, apparecchiate, al consiglio;
- ↑ C. M. sola di tutte l’altre, secondo che m’à così sortito: sorteggiare è dare secondo lo piacere di Dio, per le cagioni a lui note, et alle creature ignote. Seguita
- ↑ Lucerna. Questa metafora, che nel trecento si adoperava eziandio nelle nobili scritture, oggi da queste vuol essere bandita. E.
- ↑ Suori, dal singolare suore. E.
- ↑ C. M. sono teco nella beatitudine come sorelle, per carità come sono per origine che tutte sono fatte in Dio. E questo
- ↑ C. M. della sua condizione, che è dubbio della predestinazione. E finge