Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/804

Da Wikisource.
     792 p a r a d i s o   x x i x . [v. 70-81]

si riempiono de la grazia d’Iddio, li quali sono significati per le faville: imperò che sempre ardeno nell’amore d’Iddio, vadano a confortare l’anime sante, che sono in tale grazia, che sempre si mantegnino nelli atti virtuosi e da esse tornano a la detta grazia: imperò che li Angeli visitano e confortano li santi omini, acciò che durino nella loro santità, e vegnino a loro e ritornino a Dio, siccome messi da lui mandati; e però dice che si rimbagnano nel detto fiume. E questa fizione àe fatto l’autore, a mostrare come a la mente sua quine si rappresentò lo stato dei santi omini, mentre che sono nella vita mortale: però che tale influenzia senza mezzo viene da Dio, però àe finto che nel cielo empireo li fusse rappresentata 1.

C. XXX — v. 70-81. In questi quattro ternari lo nostro autore finge che Beatrice, senza che li manifestasse lo suo desiderio, liel manifestò, dicendo che molto li piacea; e disse quello che era di bisogno che facesse, innanzi che si saziasse, dicendo così; L’alto disio; cioè l’alto desiderio, che; cioè lo quale, mo; cioè avale, t’infiamma; cioè infiamma te Dante, et urge; cioè costringete, e manifesta qual sia, dicendo: D’aver notizia; cioè cognoscimento, di ciò che tu; cioè Dante, vei; cioè vedi: questo è lo tuo desiderio, cioè cognoscere quello che tu vedi, cioè che vedi lo fiume del lume, et uscirne le faville, e posarsi insù li fiori, che sono insù l’erbe, che sono insù le ripe, e di quinde tornare nel fiume, Tanto mi piace più; cioè a me Beatrice, quanto più t’urge; cioè quanto più stringe te Dante: t’urge; cioè s’intende urgere. Ma di quest’acqua; ecco che li dà lo rimedio, dicendo che convien che bea dell’acqua di quel fiume che è lume e luce, del quale fu detto di sopra, convien che tu bei; cioè tu, Dante, Prima che tanta sete; cioè sì grande desiderio, come tu ài di sapere quello, che è detto di sopra, in te si sazi; cioè in te Dante sia saziato. Cosi mi disse l’ Sol delli occhi miei; cioè così disse a me Dante, come è detto di sopra, Beatrice che è 2 schiaratrice della mia ragione e del mio intelletto: come lo Sole è schiaratole del mondo et illuminatore de le tenebre; così la santa Scrittura è illuminatrice di tutte l’ignoranzie. Come detto è, questo fiume è la grazia illuminante d’Iddio, unde ogni omo, che vuole sapere, conviene che bea. Anco soiunse; cioè Beatrice a quello, che aveva detto prima. Il fiume; cioè della luce, di che è detto di sopra, e li topazi; cioè le sustanzie intellettuali, cioè li Angeli che àe figurato di sopra che fusseno a modo di faville, e poi l’assomigliò ai rubinetti, ora lo chiama topazi: imperò che ’l rubino e ’l topazio è una medesima pietra, benchè ’l topazio vegna più smorto che rubino, Ch’entrano et esceno; cioè le quali faville entrano nel detto

  1. C. M. li fusse mostrato.
  2. C. M. è illuminatrice della