Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/158

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PABAIMSO al solo nome di Bice, nome, che così sincopato imparai a pronunciare da fanciullo allorché dapprima l’amai, e come si usa così sincoparlo in Fiorenza, dicendosi Cola per Nicola anche in Bologna_mi richiamava mi faceva risovvenire di color ch’ asonna di chi è preso dal sonno. Beatrice non più Bice sofferse poco me cotale non permise che io stessi più in tale desio e comintio ragiando me d un riso tal che nel fuoco [aria I om felice e cominciò a parlarmi con tale sorriso, che farebbe dimenticare, anzi farebbe sentire il Paradiso nello stesso fuoco. come giusta vendetta faeta punita fosse giustamente I a messo in pensiero ti è nato in pensiero il desiderio di sapere in che modo la giusta vendetta (li Dio pel peccato di Adamo venisse soddisfatta dalla morte di Cristo secondo mio infallibile avviso secondo quanto io scorgo in te senza tema di errare: ma io ti solvero tosto la mente ma io ti scioglierò il dubbio, appagherò il tuo desiderio e tu ascolta a tu sta attento che le mie parole ti faran presente ti faranno il domo di gran sententia di gran principio di dogma, di materia divina. li primo padre colla sua disobbedienza dannò sè stesso, e tutto il genere umano. Quell om che non nacque nè da uomo, nè da donna, ma creato da Dio, e quindi più perfetto — Adamo —: dall’ uomo senza donna nacque Eva; da uomo e da donna nacquero poi tutti gli altri figli , dopo il peccato; il quarto, nato da donna senza seme umano per virtù cd opera dello Spirito Santo fu Cristo che redense il genere umano danno tutta sua prole dannando se dannò tutta la ventura posterità, e sè medesimo colla disobbedienza. Dio aveva dato all’uomo la libertà dell’arbitrio, perchè avesse più merito e più gloria; ma egli per non soffrire alla vertu che vole freno a suo prode Adamo, per non soffrire il freno posto da Dio per suo beDigitized by Google