Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/278

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268 PAIIADISO che sia vera e fare un giro di fuor de I altre due circonferen. tie e circondare le altre due corone. Le ultime stelle della terza corona secondo che vuoi esprimere il Poeta, gli comparvero meno chiare e spiendienti delle prime, perché i dottori in essa compresi erano di minor conto. O vero sfavillar del Sancto Spiro! o vero splendore dello Spirito Santo! come si fece subito occiZent come apparve in un istante fulgido ed infuocato agli occhi miei che vinti noi sofferir a’miei occhi tanto, che 1)01 poterono sostenere; cioè non basterebbero forze umane a descrivere lo splendore unito di que’ dottori della terza corona. ma Beatrice si bella e ridente mi si mostro ma Beatrice essa pure mi apparve più bella e lieta che si vuoi lasciar tra quelle vedute che non seguir la mente sicchè non è intelletto capace a descrivere il fulgore della corona terza. Dante pare che qui ripeta il concetto del primo canto. perchè appressand se al suo disire nostro intelletto si profunda tanto che detro la memoria non puo ire — ripreser gli occhi miei virtute a rilevarsi la esaltazione di Beatrice bastò a Dante per riofrancar gli occhi suoi e vidimi traslato sol con mia donna a piu alla salutee mi trovai trasferito con lei a più alto grado di gloria o di beatitudine nel quinto cielo di Marte, più alto del sole, come più vicino alla prima causa, e per conseguenza maggiormente dotato di virtù; è bensì vero che nei sole trovansi i santi dottori che colle loro opere sostennero la Fede e la Chiesa, ma nel cielo di Marte trovansi i campioni che sparsero il loro sangue per sostenerle. Ben m accors io che io era pin levato mi accorsi di trovarmi in più alto grado per I affocato riso di la stella per 1’ infuocato splendore di Marte che mi parea piu roggio che I usato che mi pareva più rosso del solito. Io feci