Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/396

Da Wikisource.

386


paradiso

compagno di san Pietro, chiamato vaso di elezione magri e scalci secchi e senza veste prendeiido il cibo di qualunche hostello chiedendo la elemosina ed il pane a qualunque casa. • or li moderni Pastori voglion chi rincalzi quinci e quindi ma i Pastori d’ oggi giorno vogliono essere sostenuti, o chi dia loro di braccio da ambo i lati e che li meni e chi dreto rincalci tanto son gravi e chi li onduca o sollevi, tanto son divel)utl disutili e ben diversi da san Pietro e da san Paolo, ed han vesti tanto lunghe, che spazzano il suolo, diverse dalla brevità e qualità de’ due primi: copron di manii lorò i pala freni colle ampie br cappe coprono i cavalli o le mule sopra cui cavalcano si che duo bestie van sotto una pelle: quella che porta ed il portato/o pacientia che tanto sosterai! o divina sapienza che tanto sopporti. Il santo si abbandona a più acre invettiva quando tratta della vita indegna che alcuni di costoro menavano terminando col dire, che avendo essi conosciuto che. ogni stato porta con sè degi’ incomodi, essi artificiosamente riserbaronsi la sola parte del piacere. Dante poi con molto ingegno pone la detta imprecazione in bocca di un santo cardinale, che conobbe la loro vita, e scrisse con più coraggio e con più verità cose anche più amare. Due ope.. re lasciò in istile clegantissimo: l’una Pistolee Sermoni; l’altra delle Colpe Prelatizie tutte due piene delle costoro vergogne. San Damiano nella sua rigidità sgrida anche san Girolamo che aveva detto — Dio non poter ritornare la perduta verginilà. - A questa voce vid io piu fiamelle di grado in grado scendere e gittarsi a tali parole io vidi più luci o più anime lucenti scendere pei gradi di quella scala, e circolare velocemente intorno a sè stesse et ogni giro le facea piu belle e farsi più splendienti ad ogni giro. dintorno a questa vérnaero