Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/537

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canto

XXX1. 527

Io levai gli occhi; e come da mattina La parte orienta I dell’ orizzonte Soverchia quella dove il Sol declina; 120 Così, quasi di valle andando a monte Con gli occhi, vidi parte nello est remo Vincer di lume tutta I’ altra fronte: 123 E come quivi, ove s’aspetta il temo, Che mal guidò Fetonte, più s’ infiamma, E qiinci e quindi il lume si fa scemo; 126 Così quella pacifica Orifiamma Nel mezzo si avvivava, e d’ogni parte Per egual modo allentava la fiamma, 129 E a quel mezzo con le penne sparte Vid’ io più di milleAngelifestanti, Ciascun distinto e di fulgore e d’arte. 132 Vidi quivi ai br giochi e ai br canti Ridere una bellezza, che letizia Era negli occhi a tutti gli altri Santi. 13 E s’ io avessi in dir tanta divizia, Quanto a immaginar, non ardirei Lo minimo tentar di sua delizia. 138 Bernardo, come vide gli occhi miei Nel caldo suo cabor fissi e attenti, Li suoi con tanto affetto volse a lei, Che i miei di rimirar fe’pitì ardenti. 142