Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/560

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paradiso

ria più di ogni altro, scrivendo sul di lei pianto e dolore, e più di ogni altro ottenendo grazie da lei. EI clii a me e san Bernardo mi rispose la bellezza e leggiadria quanta esser puote in angelo ci in airna tanta ce in lui quanta amabilità e leggiadria può trovarsi in uno spirito angelico, tutta si trova in lui: si vokm che sia e noi beati ci uniformiamo al voler divino perche dli è quello che portoe la palma giuso a Maria quando il figliuol di Dio carne si volse de la nostra salma perché egli è quell’ angelo che portò la palma simbolo di pace, quando il Figliuolo di Dio si degnò di assumere umana carne. Dante lo aveva descritto in genere altra volta, ma qui Io mostra nella specialità anche dell’uflicio suo. ma veni ornai con gli occhi corn io andro parlando et nota i gran Patrici di questo imperio justissimo e pio ma segui cogli occhi qpanto io t’ indicherò colla voce, e nota particolarmente i senatori dell’ordine illustre di questa Roma celeste, dove impera il più giusto, ed il più clemente di tutti i sovrani. Quelli due che segon la su piu felici per esser propinquissimi ad Augusta son d esta rosa quasi due radici quei due, Adamo e san Pietro, i quali seggono in gradi i più sublimi per essere vicinissimi a Maria imperatrice di questa Roma, possono dirsi quasi due radici di questa rosa. Ottaviano fu chiamato Augusto perché consacrato, e sotto il di lui impero Cristo vestì carne umana; così per lontana convenienza Cristo che suona unto può chiamarsi Augusto, e la di lui madre e sposa di Dio Augusta essa pure. colui che da sinistra li si aggiusta ce il Padre per lo cui ardito gusto lhumana specie tanto amaro gusta quegli che da sinistra è vicino a Maria è Adamo padre del genere umano, che per avere gustato del pomo vietato fece I’ uman genere soggetto alle miserie, ed