Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/149

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   [v. 118-126] c o m m e n t o 139

Roma si lamenti de la assenzia de lo imperadore. Viene a veder; ecco che anco sollecita che venga, et usa lo colore retorico che si chiama repetizione che àe a commuovere li auditori, et anco quell’altro che si chiama conduplicazione, la gente quanto s’ama; àe ditto infine a qui dei gentili omini, ora universalmente dice di tutti, mostrando che tra li Italici non è amore, nè carità. E se nulla di noi; cioè Italici, pietà ti move; cioè e se per pietà di noi non ti muovi, che ti dovresti muovere, A vergognar ti vien de la tua fama; cioè viene al meno, per mostrare che tu ti vergogni d’avere sì fatta fama; cioè che per avarizia tu stii ne le parti de la Magna e lassi disfare Italia.

C. VI — v. 118-126. In questi tre ternari lo nostro autore seguita la sua esclamazione in verso Iddio, et usa lo colore che si chiama licenzia, che l’usa lo retorico quando riprende li maggiori, dicendo così: E se licito m’è; quasi dica: In tanto riprendo te Iddio, in quanto m’è licito, non altramente, o sommo Giove; cioè Iddio: questo vocabulo si conviene a Dio: imperò che Giove è a dire aiutatore, e nessuno più veramente si può dire aiutatore che Iddio, e massimamente adiungendovi questo adiettivo sommo. E perchè altri non credesse ch’elli seguitasse l’errore dei pagani, tenendo quel Giove che tenevano essi per iddio, adiunge: Che fosti in terra per noi; cioè per noi omini tutti; e parla qui l’autore in comune per tutti li omini, crocifisso; e per questo dimostra ch’elli dirissi la sua esclamazione a la persona del filliuolo di Dio nostro signore Gesù Cristo, Son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? Quasi meravilliandosi de la sua iustizia, dimanda ch’elli ragguarda in altro luogo, che non par curare d’Italia; et adiunge la disiunzione la quale è vera: imperò che la precedente sentenzia è falsa: imperò che Dio sempre iustamente vede e provede ogni luogo; e però dice: O è preparazion; cioè apparecchiamento che tu fai a fine d’alcuno bene, cioè questo lassare cusì male governare Italia, che ne l’abisso; cioè ne la profondità, Del tuo consillio; cioè de la tua providenzia la quale è tanto profonda, che lo intelletto umano non può tanto vedere, fai per alcun bene: sempre Iddio arreca tutte le cose a fine di bene, dice Boezio nel iv de la Filosofica Consolazione: Sola est enim divina vis, cui mala quoque bona sint, cum eis competenter utendo alicuius boni elicit effectum — . In tutto da l’accorger nostro scisso; cioè diviso quel bene dal nostro accorgere, cioè dal nostro vedere; cioè che ’l nostro intelletto nol può antivedere? E questo è vero: Chè le città d’Italia; ecco la cagione che à mosso l’autore ad esclamare inverso Iddio, tutte piene Son di tiranni; questo come sia vero ciascuno Italiano il vede, et un Marcel diventa; questo Marcello, secondo che pone Luca-