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c o m m e n t o |
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per lo smiraldo la speransa. Li quali colori erano 1 iunti dai colori
de le dette virtù; e per li odori, li atti virtuosi li quali ulimisceno 2
sopra tutti li odori; e sono sì collegate le virtù insieme, che li loro
atti non possano essere distinti; anco sono meschiati di tutte le
virtù. E per questo dimostra che coloro, ch’elli finge essere in questo luogo, funno omini che potetteno essere adornati di virtù politiche e teologiche, e per l’occupazione di signorie funno negligenti a
la penitenzia; sicché convenientemente finge a loro lo luogo dilettevile; e per mostrare allegoricamente che quelli che sono nel mondo
in sì fatto stato ulimire 3 denno e risplendere a tutto ’l mondo co
le loro teologiche virtù politiche, e per aver la grazia di Dio illuminante ogni di’ chiamare l’aiuto de la Vergine Maria, salutandola e
pregandola ch’avvochi per loro, e denno stare ne la valle; cioè umiliarsi lassando l’arroganzia de la signoria.
C. VII — v. 83-96. In questi quattro ternari lo nostro autore
finge che Sordello mostri loro di sul balso di quelli signori che erano ne la valle uno imperadore, dicendo così: Prima che il poco Sole;
questo dice, perchè poco restava del di’, omai; cioè ingiummai, s’annidi; cioè si corrichi, secondo li vulgari che così parlano, Cominciò il Mantovan; cioè Sordello; e perché s’intenda di lui e non di Virgilio,
aggiunge: che ci avea volti; cioè me Dante e Virgilio da la montata,
e menatoci al balso. E questo finge l’autore, per confermare quel
che è ditto di sopra; cioè che sensa la grazia illuminante di Dio
niente potremmo comprendere, nè ricordarci. Questi non mostrava
Sordello a Virgilio et a Dante, quanto a la verità; ma la ragione e lo
intelletto di Dante si ricordava di loro, o forsi Dante li avea letti
nel suo Tesoro; cioè di Sordello; e però finge ch’elli lie nomini e dimostri. Fra color; cioè tra quelle anime che sono ne la valle, non volliate; cioè tu, Virgilio, e Dante, ch’io; cioè Sordello, vi guidi; cioè
innanti che si faccia sera, non volliate ch’io vi meni giuso, ch’io
vi menerò poi che s’è fatto sera. Et assegna la cagione perchè, dicendo: Da questo balzo; cioè da questa altessa che è sopra la valle,
mellio e li atti e’ volti Cognoscerete voi; cioè tu, Virgilio, e Dante, di tutti quanti; cioè coloro che sono ne la valle, Che ne la lama; cioè
nel luogo basso: lama e lacca è luogo concavo e basso, giù tra essi accolti; cioè stando con loro. Colui che più siede alto; fìnge che segga più alto che li altri, perchè ebbe la maggior dignità che si possa
dare nel mondo, e fa sembianti; cioè viste et atti, D’aver negletto;
cioè d’aver per negligenzia lassato, ciò che far dovea; cioè quando
era nel mondo: li atti e li sembianti de la negligenzia avuta nel
- ↑ C. M. erano vinti alle dille virtù e del coloro loro; e per li odori,
- ↑ C. M. utisceno
- ↑ C. M. ulire