Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/195

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liscia; cioè come fa la bestia, quando si pulisce il dosso co la lingua. Questa finzione è tutta allegorica, come fu ditto di sopra: questa piccula valletta intese l’autore per questo mondo, nel quale si sta poco, e però finge che sia piccula, o perchè è molto picculo a rispetto del cielo; e finge che da la parte di sopra abbia riparo da quella di sotto, non perchè così è: chè dal cielo viene la grazia che è nostro riparo: da la parte di sotto che è aperta, che significa le cose terrene, viene lo serpente; cioè la diabolica fraude a tentarci et a ingannarci. E forsi che quelli che viene ai santi omini che sono in stato di penitenzia, come intende qui l’autore, è di maggiori come fu lo Locifero ai primi nostri padri; e viene tra l’erba e tra i fiori: imperò che sempre si ficca tra le sante e buone operazioni; e viene leccandosi e lisciandosi: però che sempre entra con apparenzia di bene per ingannare li santi omini, che altramente nolli potrebbe ingannare; e da questo tentatore ci difende la grazia di Dio, la quale come si muova per noi non si vede; ma bene si vede quando ella è mossa: imperò che sentiamo in noi la resistenzia a la tentazione. E lo dimonio come sente la resistenzia fugge, perchè si 1 vede vinto e sdegnoso, e superbo non può patire la sua confusione; e la grazia di Dio si ritorna a stare a le poste, a la guardia dei santi omini, parimente quella che ci difende da la negligenzia del bene come quella che ci difende dall’operatore 2 del male; e però seguita: Io; cioè Dante, nol viddi; cioè quello che dirà di sotto, e però dicer nol posso; cioè quello che seguita, Come mosser li astori celestiali; cioè li due angiuli ditti di sopra, li quali come astori stavano a le poste; non viddi io Dante come si mosseno, Ma viddi ben poi l’un e l’altro mosso; io Dante viddi bene che elli erano mossi. Sentendo fender l’aire a le verdi ali; cioè sentendo volare per l’aire li angiuli che aveano l’ali verdi, come ditto fu di sopra, Fuggì il serpente; per paura di loro fuggitte lo serpente che venia, e li Angeli dier volta, Suso a le poste; ove prima erano, rivolando eguali; cioè tornando di pari: questo è stato esposto di sopra.

C. VIII — v. 109-120. In questi quattro ternari lo nostro autore finge che lo marchese Currado Malaspina li dimandasse novelle de le contrade suoe, dicendo così: L’ombra che s’era a Giudici raccolta; cioè l’anima che s’era accostata a Giudici Nino, che era stata chiamata da lui; e però dice: Quando chiamò; cioè Giudici Nino e disse: Su Currado — , per tutto quell’assalto; cioè del serpente ditto di sopra, Punto non fu da me guardare sciolta; cioè non si levò da guardare me Dante. Se la lucerna; cioè lo lume; e per questo intende la grazia di Dio illuminante, la quale menava lo ingegno di Dante a con-

  1. C. M. si sente vinto et isdegnoso,
  2. C.M. da l’operazione del male;