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CANTO X.
1Poi fummo dentro al sollio de la porta1
Che il mal amor dell’anime disusa,
Perchè fa parer dritta la via torta,
4Sonando la senti’ esser richiusa;
E s’io avesse li occhi volti ad essa,
Qual fora stata al fallo degna scusa?
7Noi sallivam per una pietra fessa,
Che si movea e d’una e d’altra parte,
Come l’onda che fugge o che s’appressa.2
10Qui si convien usare un poco d’arte,
Cominciò ’l Duca mio, in accostarsi
Or quinci, or quindi al lato che si parte.3
13E questo fece i nostri passi scarsi
Tanto, che pria lo scemo de la luna
Rigiunse al letto suo per ricolcarsi,
16Che noi fussimo fuor di quella cuna.
Ma quando fummo liberi et aperti
Su dove ’l monte dritto si rauna,4