Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/324

Da Wikisource.
   314 p u r g a t o r i o   xiii. [v. 112-129]

seme de la generazione; cioè de’ melanconici che nasceno de la terra, dei flemmatici che nasceno da l’acqua, dei collerici che nasceno del 1 fuoco, e dei sanguinei che nasceno dall’aire; et incominciando debilmente a vegetare lo corpo, con quelli a pogo a pogo cresce e sallie l’uno di’ po’ l’altro, infine che viene a l’età de la consistenzia. E questo è lo mezzo dall’arco, e poi che àe passato quella età de la consistenzia. incomincia a descendere di di’ in di’, perdendo de la vigorosità l’uno di’ più che l’altro, infine a tanto che viene a l’altra punta dell’arco, dove si risolve lo corpo per la morte e li ditti quattro umori tornano ne le ditte quattro materie, e di quinde fanno l’altro arco, salliendo infine che vegnano ne la vigorosità paterna e materna, e quinde scendeno poi a la genitura ch’è la prima punta dell’arco vitale unde si ricomincia, e così questi due archi fannobuno tondo. E per tanto lo nostro autore vuole dire che avea passato, o vero che passava allora l’età de la consistenzia, che era già passata li 35 anni. Eran li cittadin miei; cioè li Senesi, presso a Colle; cioè di Valdelsa, dove fu la battallia, In campo giunti; cioè per combattere, coi loro avversari; cioè coi Fiorentini, Et io pregava; dice questo spirito, Iddio di quel che volle; cioè che i Senesi perdesseno. Rotti for quivi; cioè li Senesi, e volti ne li amari Passi di fuga: quanto siano amari li passi de la fuga e pieni di quanta angoscia chi li à provati lo sa, e vedendo la caccia; data loro dai Fiorentini, Letizia presi; io Sapìa, a tutte altre dispari; cioè che fu maggiore, che tutte l’altre ch’io avea avuto, Tanto, ch’io; Sapìa, volsi in su; cioè in verso ’l cielo, l’ardita faccia; mia, Gridando a Dio: Omai più non ti temo; ecco le superbe parole che usò, et in queste non stette la invidia; ma ne la letizia che prese del male dei suoi cittadini, Come fa il merlo; questo è uno uccello che teme molto lo freddo, e mal tempo, e quando è mal tempo sta appiattato; e come ritorna lo bono tempo, esce fuora e par che faccia beffe di tutti li altri, come si finge che dicesse ne la faula di lui composta; cioè: Non ti temo, Domine, che uscito son del verno; e però dice: per poca bonaccia; ch’elli à del tempo buono, che poco dura lo verno. Pace volsi con Dio; io Sapìa mi volsi riconciliare con Dio, in su l’estremo; cioè in su l’ultimo, De la mia vita; quando venni a morte, et ancor non serebbe Lo mio dover; cioè la mia offensa che io avea fatto verso Iddio, per penitenzia scemo; cioè mancato: non è tanto ch’io moritti, ch’io avesse ancora purgato la superbia, la quale io abbo passato, Se ciò non fusse, che a memoria m’ebbe Pier Pettinaro; questo fu omo di grande penitenzia fiorentino, devoto et

  1. C. M. nasceno de l’aire, e de’ sanguinei che nasceno del fuoco; et incominciando debilemente