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p u r g a t o r i o xv. |
[v. 1-15] |
di vespro, che è tanto in verso la sera, quant’è dal principio del di’ a la tersa: imperò che lì li spazi sono equali in ciascuno emisperio. Et è da notare che ogni linea può essere termine di emisperio, unde s’io sono in su la linea del 3 e del 21 al centro de la spera dov’è la terra, la linea diametrale del mio emisperio serà 30 e 12; e per questo seguita che ’l di’ non incomincia ad una ora ad ogni uno; ma a chi più tosto, et a chi più tardi, secondo lo sito u’ elli è posto; e per questo è chiaro quello che l’autore dice di sotto, che lo mosterrò quando sarò ad esso. Dice: E ’l principio del di’; che abbiamo posto per caso che sia a la linea del 36, secondo Gerusalem, par de la spera; cioè del tondo sperico del cielo, montato dal Sole, Che sempre, a guisa di fanciullo, scherza: imperò che sempre gira la spera celeste e mai non sta in posa, come lo fanciullo che non può stare che non si muova e che non giuochi, quando non dorme, Tanto; cioè spazio, parea già in ver la sera; cioè in verso l’occaso, Esser al Sol del suo corso rimaso; cioè uno sesto; e però seguita: Vespro era là; cioè in quello emisperio, dove io era allora, e qui; cioè in questo emisperio, in quello sito dove sono avale che scrivo quello ch’io viddi allora, mezza notte era; non nel sito, dov’è Gerusalemme, che quinde erano passate le 5 parti de la notte et era a passare la vi, e nel nostro sito era mezza notte dove siamo ora noi; e per dare ad intendere questo, diedi a la figura l’altro emisperio che prima non avea fatto se non l’uno. Et ad intendere questo debbiamo notare la finzione dell’autore, ch’elli finse di sopra che ’l monte del purgatorio sia nel mezzo per opposito a Gerusalemme; unde a quello luogo la linea diametrale de l’emisperio, che fa orizonte, è 36 e 18, e ’l Sole era in su la linea 33 e 15, che fa vespro di là lo 33, e di qua lo 15 a chi fusse per opposito al purgatorio; ma noi siamo1 al centro de la spera, u’ è la tersa in tale sito che la linea diametrale, che è lo nostro orizonte, conviene essere 6 e 24, sicchè quando lo Sole serà a la linea del 6, incominci a fare lo di’. E per questo volse lo nostro autore fare questa finzione, per mostrare la ragione de la Geometria, e però descrisse lo tempo a questo modo. E i raggi; cioè del Sole, ne ferian per mezzo naso; cioè a Dante; e rende la cagione perchè li raggi li davano nel volto, perchè parrebbe impossibile quello che dice se non rendesse la cagione: conciò sia cosa che abbia ditto di sopra che andava verso l’oriente, come dice avale che il Sole era a vespro, ch’è presso uno sesto a l’occaso, e che il Sole dice che li dava per lo volto; e però rende la cagione, dicendo: Perchè per noi; cioè per Virgilio e per me, girato era sì ’l monte;
- ↑ C. M. siamo in sì fatto sito che, quando di là è vespro lo xxxiii a noi è mezza notte, che siamo al centro