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p u r g a t o r i o xv. |
[v. 16-33] |
retta linea in su. E dice1 che per quil modo lo raggio reflesso va in insù, per lo quale cade del Sole in giù; e però dice: Salliendo su: cioè in alto a l’opposito, per lo modo parecchio; cioè pari, A quel che scende; cioè a lo raggio che scende ne l’acqua, o vero ne lo specchio2; et adiunge similitudine a similitudine per modo differente, dicendo che lo raggio che cade, non cade a modo de la pietra che cade con spazio di tempo; ma lo raggio del Sole che cade e scende giù nell’acqua o ne lo specchio, scende sensa distanzia di tempo, sicchè quello che si leva dall’acqua, et o da lo specchio, si leva su subito; come quello che scende, scende subito sensa mezzo di tempo. e in tanto si diparte; cioè e solamente3 è differente quil che cade in giuso, Dal cader de la pietra; che non cade per destanzia a tempo; e però dice: in egual tratta4, Sì come mostra esperienzia et arte; cioè la prova che si può vedere de la pietra et anco del raggio del Sole ne l’acqua e ne lo specchio, come riverbera a l’opposito; ma che sia per lo modo pari, questo si mostra per la Prospettiva. Ora Dante adatta la similitudine a proposito: Così mi parve; cioè a me Dante, da luce rifratta; cioè da una luce riverberata; cioè simile a quella che esce dell’acqua o de lo specchio, che l’occhio nolla può sostenere, anco accecherebbe se troppo l’omo la patisse: non sensa cagione dice l’autore luce rifratta, volendo dare ad intendere che la luce eterna; cioè Iddio ferisce ne la faccia dell’angiulo, et inde rifrangesse nel suo volto, Ivi; cioè quive: dinanzi a me; cioè a me Dante: imperò che, secondo che l’autore finge, questo era l’angiulo lo quale venia per assolverlo del peccato de la invidia, lo cui splendore finge che non potesse patire, esser percosso; cioè de la detta luce, Per che a fuggir la vista mia fu ratta: imperò che finge che chiudesse li occhi. Questi angiuli, che l’autore finge che siano ad ogni balso, sono le grazie prevenenti, illuminanti, cooperanti e consumanti, che Dio dona e manda ai peccatori ad uscire del peccato; le quali grazie la sensualità non può comprendere, quando sono di lunge, perfettamente se non coll’opera, per la quale benchè vincano la
- ↑ C. M. dice che tanto la reverberazione va in su, quanto lo raggio in giù;
- ↑ C. M. nello specchio, cioè che come lo raggio solare scende subito senza distanza di tempo nell’acqua e nello specchio; così lo raggio reflesso quinde saglie subito all’opposita parte senza distanzia di tempo; et aggiunge la similitudine, dicendo: tanto si diparte;
- ↑ C. M. si diparte, cioè è differente lo ragio del sole descendente nell’acqua o nello specchio, Dal cader
- ↑ C. M. tratta; cioè per diseguale distanzia; e questo, come uno ablativo, secondo lo Grammatico, determina quello solamente col verbo si diparte; cioè che il raggio descendente o ne l’acqua o nello specchio è differente dal cadere della pietra solamente per diseguale distanzia: imperò che nel cadere della pietra è qualche distanzia; nel descenso del raggio solare è nulla. Sì come