Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/434

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cioè l’amore di Dio, dicendo: omo non sape1; cioè non sa, là onde vegna lo intelletto De le prime notizie; come ne’ fanciulli cognoscere lo padre e la madre, e così dell’altre cose generali ne li omini provetti, come sono certe cose che li omini sanno in generale; ma non in particulare, E l’affetto; cioè l’amore e lo desiderio, del Primo Appetibile; cioè del sommo bene ch’è Iddio: ogni omo desidera lo sommo bene; unde vegna questo desiderio l’omo non sa: imperò che naturalmente è ne l’anima. Che; cioè le quali due cose; cioè lo intelletto de le prime notizie, e lo desiderio di Dio, sono in voi; cioè omini naturalmente, sì come studio in ape Di far lo mele; cioè come naturalmente è nell’apa lo studio di fare lo mele. e questa prima vollia; che è naturale, Merto di lode e di biasmo non cape; cioè non à in sè merito, nè demerito: imperò che dice lo Filosofo che i primi movimenti non sono in nostra podestate. E perchè; cioè et acciò che, a questa; cioè prima vollia, ogni altra; cioè volontà, cioè seconda e terzia, e così dell’altre che seguitano, si raccollia; cioè s’accordi a la prima, Innata; cioè dentro nata nell’anima e posta naturalmente, v’è; cioè ne l’anima, la virtù che consillia; cioè la potenzia ragionevile, che à a consilliare la volontà di quel che dè volere e non volere, Che; cioè la quale potenzia ragionevile, dè tener la sollia; cioè la signoria, de l’assenso; cioè del consentimento de le seconde volontadi a la prima; cioè la ragione dè reggere e signoreggiare li secondi movimenti, sicchè non consentino se non quil che ditta la ragione. Questo è il principio; ora finge l’autore che Virgilio pogna la soluzione del dubbio; cioè che, benchè i primi movimenti non siano in nostra potenzia e non abbiano cagione di loda, nè di biasmo, l’assenso seguente è quel che merita o demerita; e però dice: Questo; cioè l’assenso, è il principio laonde; cioè dal quale, si pillia Ragion di meritare; cioè se consente quel che dè, in voi; cioè in voi; omini, segondo Che i buoni e i rei; cioè assentimenti, amor accollie; cioè rauna insieme, e villia; cioè lega insieme; cioè che se amore accollie e lega li buoni consentimenti insieme, allora si merita; e s’elli accollie e lega li riei consentimenti, allora si demerita. E così àe mostrato l’autore che pur naturalmente l’omo può meritare e demeritare, benchè la Teologia a questo adiunga che, secondo la nostra fede, benchè l’anima possa meritare e demeritare naturalmente, come dimostrato è; questo meritare e demeritare è o a loda, o a biasmo del mondo, oltra ’l quale non si stende la ragione umana che non vede che l’anima è perpetua et è creata da Dio ad esser perfetta, et esser non può perfetta se non ritorna a colui che li à dato l’essere; cioè a Dio ch’è prima cagione: e l’anima non può

  1. Sape; desinenza primitiva e regolare dall’infinito sapere. E.