Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/494

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che li desse per l’amore di Dio e che li distribuisse ne la vita de li apostoli, come era usansa: chè s. Piero non riceveva niuno iudeo a l’apostulato se non a quil modo, come non riceve ancora oggi di’ la chiesa. Et avendo venduto Anania ogni cosa e volendo presentare li denari a s. Piero, disse la mollie Saffira: Non dare ogni cosa: riserbati qualche parte sì, che se noi ci pentissemo1 abbiamo di che vivere. Ad Anania parve buono consillio quello di Saffira, e però fece secondo lo suo consillio; et andato inanti a s. Piero2 piantò quella pecunia che volse; e san Piero, sapendo per virtù de lo Spirito Santo quello ch’aveano fatto, ripreselo. E cadde morto Anania, e così poi Saffira sua mollie, come si contiene cap. v Actuum Apostolorum: imperò che per avarizia peccarono, però l’induce l’autore in questa parte. Lodiamo i calci ch’ebbe Eliodoro; cioè noi anime del purgatorio lodiamo li calci che ebbe Eliodoro, perchè funno buoni per lui. Trovasi nell’istorie che in Asia fu uno re nominato Seleuco re de li Assiri ch’adorava Apolline; e questo suo iddio, per farlo venire in discordia col popolo di Dio, li disse ch’elli mandasse in Ierusalemme per li adornamenti del loro tempio, che elli n’aveano d’avanso; e che aveano oro et ariento e pietre preziose assai, e con quelle adornasse lo tempio suo e facesse sacrificio a lui, e farebbeli molti più beni, che nolli avea fatto in fine a quil tempo. Questo Seleuco e sì per piacere al suo iddio e perchè era avaro, per avere quelle preziose cose, mandò uno suo cavalieri, ch’avea nome Eliodoro, addimandare le preditte cose ai sacerdoti. Li quali negandoliele, prese partito Eliodoro o di furarle o di pilliarle3 per forsa; et intrato nel tempio per fare sua intenzione, li apparve uno grande cavallo con uno cavalcatore, molto adornato; lo quale cavallo si levò ritto e diedeli dei calci nel petto, e quasi l’uccise, e scacciò via lui e li compagni fuora del tempio. Allora Eliodoro, ricognoscendo che questa era facitura4 di Dio, pentitosi del fallo suo si convertitte a Dio, e tornò al re Seleuco a dirli lo miraculo, e scusarsi; e perchè ne seguitò questo bene che si convertitte, però dice che lodano li calci che ebbe Eliodoro. Et in infamia tutto il monte gira Polinestor; cioè la infamia di Polinestore è raccordata da tutti li spiriti di questo girone, dove si purga l’avarizia; e però dice che Polinestore gira tutto ’l monte in infamia: però che tutti lo diffamano. Questo Polinestore fu re di Tracia, e fu cugnato del re Priamo: imperò che Ecuba mollie del re Priamo era sua suore5; e vedendo lo re Priamo, quando era assediato da’ Greci, andare male li fatti de la città sua,

  1. Pentissemo; cadenza non accettata ora nelle scritture, sebbene sia la regolare e spontanea. Vive in parecchi luoghi d’Italia, e nacque dalla inflessione in emus dei Latini. E.
  2. C. M. Piero, presentò quella pecunia
  3. C. M. o di tollerle per forza,
  4. C. M. era figura di Dio,
  5. C. M. sorella;