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c o m m e n t o |
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arbori tratti da quello, che gustonno li nostri primi parenti; cioè a la entrata et a la uscita del girone, posti sopra allato alla grotta, da la quale scende liquore che l’imbagna1, e va in su per le frondi rinfriscandole2. Per questo intende l’autore che chi si purga del peccato de la gola e fanne penitenzia, imagina unde questo peccato ebbe origine; cioè da la disobedienzia dei primi parenti; cioè Adamo et Eva, li quali contra lo comandamento di Dio mangionno lo pomo del legno de la notizia del bene e del male, unde uscitte lo3 fomite di tutti peccati. E perchè, gustando quil pomo, incurseno nel peccato de la gola lo quale è, come appare ne la prima cantica, quando si passa lo modo del mangiare e del bere, sì che si mangi o bea per diletto, e non per fame e per sete, però finge che questi due arbori de la schiatta di quello siano in due parti del girone volti sotto sopra: imperò che la radice de la scienzia e del sapere, del bene e del male viene da Dio, e verso noi china le frondi; cioè la sua apparenzia e la sua pompa; ma la sua vivacità sia in verso lo cielo: Quia omnis sapientia a Domino Deo est. E finge che li pomi suoi siano odoriferi e buoni, e non si posseno4 avere: imperò che li frutti, che esceno del sapere del bene e del male, sono li diletti de la vera beatitudine li quali pasceno l’anime in vita eterna, li quali questi arbori dimostrano et insegnano ad acquistare, con lodare l’astinenzia a la entrata de la penitenzia e con biasmare lo peccato de la gola a la uscita, perseverando poi ne l’opere virtuose. Li quali diletti sono odorosi e buoni, et accendono5 di sè fame e sete; ma non si possano avere se non in vita eterna; e che lo liquore chiaro esca dell’alta ripa et infundasi in su per le frondi, significa la grazia di Dio la quale discende prima ne la grotta; cioè ne li omini robusti et antichi, e poi da loro si stende in su le frondi, che significano li giovani vigorosi e versicanti, o vero li atti e l’opere virtuose che da loro esceno verdi e vigorosi; e di quinde va in su per le frondi rinfriscandole, perchè com’ella viene da Dio, così si rende dai savi omini a Dio ricognoscendola da lui e ciò confessando, e rinfresca le follie dalli albori6: imperò che tale sapere sempre è rinfrescato e rinvigorato dalli omini terreni che sono in alto stato e sono famosi, dimostrando quel che sanno alli altri che sanno meno, tra i quali e la scienzia non è mezzo accessibile, nè che passare si possa, se non dall’altro lato dove non è riparo; del quale lato non descende l’acqua; e questo significa che la scienzia e la grazia è dono che per altri tolliere non si può. Ma puossi anco dire che in questa
- ↑ C. M. li bagna,
- ↑ C. M. rinfrescandole.
- ↑ C. M. lo fonte
- ↑ Posseno; voce oggi dismessa; ma che deriva dall’infinito possere, e così terminata per legge di uniformità, come più avanti esceno, pascono e parecchie altre. E.
- ↑ C. M. accendeno
- ↑ C. M. delli arbori: