Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/613

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viene; cioè ora da me a te, E sappi; tu, Dante, che sì tosto com’al feto; cioè al concetto che è nel ventre de la madre, L’articular del cerebro; cioè lo formare del cerebro con tutte le suoe parti, è perfetto; cioè compiuto, Lo Motor primo; cioè Iddio che è immobile e principio movente ogni cosa, a lui; cioè al feto, si volge leto; cioè intende lieto a la creazione dell’anima ragionevile in quil feto, e dice leto: imperò che Iddio di sua libera e benigna volontà intende a la creazione dell’anima umana ragionevile, e spira; cioè spirando, crea di niente in esso corpo umano, Spirito nuovo; cioè un’anima di nuovo creata, di virtù repleto; potenzialmente ripiena d’ogni virtù; ma non attualmente per lo peccato d’Adam, Sovra tanta arte di natura; cioè sopra l’anima vegetativa e sensitiva che la natura àe fatto, secondo la sua operazione. Che; cioè lo quale spirito nuovo creato da Dio, tira In sua sustanzia; cioè di sè anima ragionevile, ciò, che trova attivo quivi; cioè tutto quello, che trova attivo e formale nel feto, l’anima ragionevile creata da Dio tira in sua sustanzia e sua natura, e fassi un’alma sola; sicchè una medesima anima è ragionevile, vegetativa e sensitiva, e non sono tre anime et è tutta in tutto lo corpo e tutta in ciascuna sua parte, Che; cioè la quale anima, vive; ecco l’operazione de la vegetativa: si rigira e rivolge in sè, per le cose universali discorrendo e co la sensitiva in virtù, e sente; ecco l’operazione de la sensitiva, e sè in sè rigira; ecco l’operazione de la ragionevile, che discorre per l’individui e singulari, e formasi con considerazione universale, e divide e compone e riprende li falsi coi veri; e tutte queste potenzie àe una anima sola, cioè ragionevile creata da Dio; che àe unito a sè l’altro due e convertito in sua sustanzia sì, ch’è una sustanzia simplice e non1 composita. E per mostrare come questo sia possibile, aggiunge l’esemplo del calore del Sole e de l’umore de la vite, che si fa vino et è una sustanzia sola; e però dice: E perchè; cioè et a ciò che, meno ammiri; cioè meno ti meravilli, la parola; la quale io abbo ditto di sopra; cioè che si faccia una sola anima, Guarda il calor del Sol; tu, Dante, che; cioè lo quale calor del Sole, Giunto all’umor; cioè unito coll’umore, che; cioè lo quale umore, cola da la vite; quando la vite in succhio punta o talliata gocciula, et anco per sè medesimo quando n’à troppo, si fa vino; cioè diventa vino. E per questo dimostra che il vino è umore che la vite succhia da la terra, e decocendo col calore del Sole per li meati de la vite2, diventa

  1. C. M. non compiuta.
  2. L’Allighieri precorse l’opinione del Galilei; che il vino altro non sia che luce del sole mescolata con l’umido della vite. Al che soggiugne Filippo Re che le piante vengono determinate ad assorbire i vari princìpi loro necessari dall’impulso principalmente della luce, del calorico e probabilmente dell’elettricità; agenti ai quali va pienamente subordinata la vegetazione. E.
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