Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/710

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sta; cioè lo baleno come s’accende così si spegne, e quello durava; però fu certo che non era baleno, E quel durando più e più splendeva; cioè quando più durava, più s’accendea lo splendore, Nel mio pensier dicea; cioè io Dante: Che cosa è questa; la quale io veggo: imperò che finge che non li fusse anco nota la cagione de lo splendore? Et una melodia; cioè dolcessa di canto e concordia di suoni, dolce; cioè melodia e concordia di suoni, correva Per l’aire luminoso; sicchè ad una ora sentia la dolcessa del canto, e vedea la grande chiaressa de lo splendore del lustro; le quali due cose erano di grande diletto. E per questo dà ad intendere due singulari grazie, che dà a la mente umana lo Spirito Santo; cioè lume che caccia via ogni ignoranzia di peccato et induce notizia d’ogni bene, e dolcessa grandissima fa sentire de l’amore di Dio. unde buon zelo; cioè per la ditta cagione, essendo la mente mia sì lieta e sì contenta per buono amore e desiderio commosso, ripresi la colpa de la nostra prima madre Eva; e però dice: Mi fe riprender l’ardimento d’Eva; cioè, mosso da ira per zelo, ripresi l’ardire che ebbe Eva di fare contra ’l comandamento di Dio, Che; cioè la quale Eva, ; cioè là in quil luogo, cioè nel paradiso terresto, dove; cioè nel quale, ubidia la terra il Cielo; cioè la terra ubidia lo Cielo, facendo cioè che ’l Cielo imprimeva, non discordandosi da le suoe influenzie, Femina sola; cioè Eva, che non era accompagnata dall’altra donna, e pur testè formata: imperò che poghe ore era stata formata dinansi ch’ella disubbedisse, Non sofferse di star sotto alcun velo; cioè sotto lo velame de la notizia del bene e del male non sofferse di stare Eva, avendoli Iddio comandato che non toccasse il pomo de la notizia del bene e del male, essendo in quello luogo ove vedea che obedienzia mostrava la terra al Cielo, che dovea essere ammaestramento a lei d’essere obediente al suo Creatore: con ciò sia cosa che fusse in luogo1, u’ nulla obedienzia era, Sotto ’l qual; cioè velo, cioè di non sapere per esperienzia lo bene e lo male, se devota fusse stata; cioè se fusse stata con devozione; cioè desiderio e contentamento d’esser obediente al suo Fattore la nostra prima madre, e conseguentemente Adam, Avrei quelle ineffabili delizie; cioè diletti che non si possono dire: mellio si possano intendere che dire, Sentito prima; cioè Dante, ch’io non abbo sentito: imperò che l’arei sentito come fusse2 nato, e più lunga fiata; cioè più lungo tempo: imperò che sempre l’arei sentito sì, ch’io l’arei sentito più lungo tempo ch’io non abbo.

C. XXIX — v. 31-42. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come, andando al modo preditto, s’approssimò più lo splendore et intesesi lo canto, dicendo così: Mentre io; cioè in mentre ch’io

  1. C. M. luogo, dove nulla disobedienzia era,
  2. C. M. com’io fusse