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prima cantica, che; cioè lo quale carro, sviando; cioè dal cammino usato, come finge Ovidio nel preditto luogo, fu combusto; cioè fu arso, Per l’orazion de la Terra devota; ecco che mostra la cagione, Quando fu Giove arcanamente giusto; cioè quando Iove fu eccessivamente sopra tutte l’altre volte iusto: imperò che somma iustizia fu deponere tanta superbia, quanta fu quella di Fetonte.
C. XXIX — v. 121-132. In questi quattro ternari lo nostro autore, procedendo ne la descrizione de la processione ch’elli finge che vedesse nel paradiso delitiarum, finge che allato al carro descritto di sopra, ch’era tirato dal grifone, nel mezzo dei quattro Evangelisti erano da la rota ritta tre donne, e da la sinistra quattro, dicendo così: Tre donne venian danzando in giro: imperò che faceano ballo tondo, da la destra ruota; cioè dal lato a la ruota del ditto carro, che era dal lato ritto; questa ruota figura lo testamento nuovo, e queste tre donne figurano le tre virtù teologiche; cioè carità, speransa e fede; e però finge che dansino da quella ruota: imperò che ’l testamento nuovo è tutto pieno de le ditte tre virtù; e però dobbiamo attendere la loro diffinizione; cioè fede è sustanzia de le cose da esser sperate, et argumento de le non apparenti; e speransa è attenzione certa de la gloria futura, produtta da la Grazia Divina e da precedente merito; e carità è ardente amore di Dio e del prossimo. l’una tanto rossa, Ch’appena; cioè che a pena, fora; cioè serebbe stata, nota; cioè congnosciuta, dentro al foco; cioè se fusse stata in uno fuoco non sarebbe stata1 distinta, cognosciuta dal fuoco, e questa è la carità la quale tutta arde de l’amore di Dio. L’altra: cioè donna, era, come se le carne e l’ossa Fossero state di smiraldo fatte; questa è la speransa la quale era verde, come smeraldo: imperò che la speransa sempre dè2 verzicare, e non dè mai mancare; ma sempre crescere. La terza parea nieve testè mossa; cioè la tersa donna era bianca come nieve; e questa figura la fede la quale dè essere pura, come la bianchessa; unde bene dice Virgilio, nel primo de le Eneide: Cana fides etc. Et or parean da la bianca tratte; dice che alcuna volta parea che la bianca si tirasse l’altre di rieto: imperò che di rieto a la fede viene la carità, e la speransa alcuna volta, Or da la rossa; pareano tratte l’altre, s’intende: imperò che alcuna volta la carità va in anti, e tirasi di rieto la speransa e la fede; la fede genera alcuna volta la carità e la speransa; e la carità genera alcuna volta la fede e la speransa; la speransa mai non è inanti a la fede et a la carità. e dal canto di questa; cioè de la carità, L’altre tolliean l’andar tarde e ratte: tanto va la fede, quanto la carità la muove; e tanto va la speransa, quanto la carità la muove: se la carità è poca nel-