Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/744

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colori: bianco, verde e rosso, per dimostrare che la Teologia è ornata de le tre virtù teologiche; cioè fede, speransa e carità: imperò che per lo velo bianco s’intende la fede, come è stato ditto di sopra, la quale finge che sia in capo: imperò che ’l suo principio è fondato in su la fede, convenendosi credere quello che è scritto ne la Bibbia in tutto lo vecchio testamento, e poi si stenda giù per tutto ’l corpo, perchè tutta la Santa Scrittura è1 piena di fede. Per la ghirlanda de l’ulivo si significa la pace, la quale è nell’animo quando s’è adornato di fede, e la vittoria: imperò che niuna cosa li è poi dura a credere o intendere o operare, e significa la sapienzia: imperò che l’ulivo è consecrato a Pallade che è la Dia de la sapienzia, la quale è corona de la santa Teologia: imperò che la santa Teologia è vera sapienzia, e così pare che intendesse l’autore, come apparrà ne la seguente lezione. Per lo mantello verde, che cuopre tutta la persona, s’intende la speransa che sempre dè rinvigorire come la cosa verde, convenendosi avere speransa in quello che promettono li Evangeli: imperò che ’l corpo de la Teologia significa li Evangeli che promettono vita eterna, et a quella si dè avere speransa ferma. Per la gonnella s’intendeno li Atti de li Apostuli, l’Epistole e l’Apocalisse, che sono tutti pieni di carità e con ardore si convegnano udire, leggere e mettere ad esecuzione. La nuvula significa lo testo de la Santa Scrittura, lo quale è tutto pieno di fiori d’entro e di fuori; cioè d’entro nell’allegorico intelletto, e di fuori nel senso litterale; e dice nuvula, per che la vista d’entro è sì adombrato che l’umano occhio, cioè intelletto non la può comprendere e sofferire di guardarla. Le mani angeliche figurano le mani dei componitori di quil testo, che funno puri come angiuli e messi mandati a ciò da Dio. Che la portino in su et in giù, significa che ora tratta in essa de le cose superne e celeste, et ora de le cose terrene. E finge l’autore ch’ella li apparisca ora, per dimostrare in persona di sè come, poi che l’omo s’è purgato dei peccati per la penitenzia et esercitatosi ne lo studio de la s. Teologia, ella li viene in notizia sì come finge che venisse a lui sì, ch’elli comprendela tutta et inamorasi di lei, de la quale finge l’autore ch’elli s’inamorasse infine ne la sua puerizia, possa la lassò, et all’ultimo anco ritornò ad essa, come apparrà nel processo. Et adiunge come di questa donna apparita eziandio si meravilliò, dicendo: E lo spirito mio; cioè di me Dante, che; cioè lo quale spirito, già cotanto Tempo era stato; cioè gran tempo, co la sua presenza; cioè de la ditta donna apparita: imperò che, secondo ch’elli dice più oltra, infine da puerizia s’innamorò di lei, e sempre poi l’ebbe ne la memoria, sicchè sempre lo spirito suo era stato co la sua2 puerizia da quello tempo in qua, Non era affranto; cioè non

  1. C. M. Santa Teologia è
  2. C. M. con la sua presenzia