Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/750

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tisti da me e destiti altrui, come dirà di sotto, guardami bene ben sono essa, ben sono essa, paioti da essere stata lassata, s’intende? Et usa qui colore che si chiama conduplicazione, quando si riandano le parole, per mostrare maggiore indignazione o commiserazione. Come degnasti; cioè come t’ài tu fatto degno meritevilmente, d’acceder; cioè di venire, al monte: cioè al monte del purgatorio? Non sapei tu; cioè Dante; quasi dica: Ben lo sapei, che qui; cioè in questo luogo, è l’om felice; cioè bene avventuroso e beato, e però non ci dè venire1 nimo, che prima non se ne faccia degno co la confessione de la bocca, co la contrizione del cuore e satisfazione dell’opera, come te ne ài tu fatto degno? Questa fizione induce qui l’autore, secondo la lettera, per mostrare come si debbia intendere lo suo inamoramento ch’elli ebbe di Beatrice; et appresso, secondo l’allegoria, quello che l’omo dè fare poichè è purgato dei suoi peccati co la penitenzia, inanti che vegna a stato d’innocenzia nel quale diventi contemplativo. E prima debbiamo intendere che l’autore nostro nel processo di questo suo libro, et anco in alcuna sua cansone morale, àe dimostrato che infine ne la sua puerizia s’innamorasse di Beatrice; e, poi ch’ella fu morta, diede l’amore suo altrui; per la qual cosa crederebbe forsi altri che Beatrice fusse stata una donna di carne e d’ossa, come sono le altre; ma non è così. Anco si dè intendere che Beatrice sia pure la santa Scrittura, come ditto è, de la quale s’innamorò l’autore quando era garsone, quando si fe frate; e bench’io abbia ditto che si può intendere che s’inamorasse de la contessa Beatrice; cioè de la sua virtù: imperò ch’ella fu inanti a lui più di cento anni, secondo la lettera; niente di meno, secondo l’allegoria e la verità, quando era garsone s’innamorò de la Teologia; la quale Teologia finse che fusse giovane nel mondo vivente, perch’elli allora carnalmente la intendea pur secondo la lettera e moralità giovenilmente, non gustando li suoi spirituali intendimenti, allegorici et anagogici2. E poi che l’ebbe studiata a questo modo, finge ch’ella si morisse: imperò che l’amore di seguitare a vederla, spiritualmente, venne meno; e questo fu lo morire di Beatrire: imperò che lo studio di Dante in essa venne meno, quando era da essere studiata secondo lo spirito. O volliamo dire che ad ogni uno, che studia la Teologia, ella vive e muore; vive quando la intende litteralmente, e moralmente; muore quando la intende spiritualmente; cioè allegoricamente et3 anagogicamente: imperò che allora si considera lo intelletto spirituale separato dallo litterale, et è come dividere lo spirito dalla carne che è morire; ma

  1. Nimo; nessuno, dal latino nemo, voce tuttora viva in quello di Lucca e Pisa. E.
  2. C. M. annagorici.
  3. C. M. et annagoricamente: