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Pagina:Commedia - Purgatorio (Tommaseo).djvu/94

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78 PURGATORIO. Giusto giudizio dalle stelle caggia Sovra il tuo sangue: e sia nuovo e aperto, Tal che ’1 tuo successpr temenza n’aggia.. Ch’avete, tu e ’1 tuo padre, sofferto, Per cupidigia di costà distretti, Che ’1 giardin dell’imperio sia diserto.. "Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura; Color già tristi, e costor con sospetti.. Yien’, crudel, vieni, e vedi la pressura De’ tuoi Gentili; e cura lor magagne: E vedrai Santafior, com’è sicura.. Vieni a veder la tua Roma, che piagne, Vedova, sola; e dì e notte chiama: ■ «Cesare mio, perchè non m’accompagno?». Vieni a veder, la gente quanto s’ama. E, se nulla di noi pietà ti muove, A vergognar ti vien’della tua fama.. E (se licito m’è), o sommo Giove, ^ ’ Che fosti in terra per noi crucifissa, Son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?. (L) Gaggia. Cada. — Aggia. naidi e Filippeschi: Gìììhe]

d’OrAbbia.

vicio. — Costor. I Veronesi oppressi (SD Giudicio. [C ] Psal. LXXV, da’ Gnelfi.: Decotto audiium fecisiijudicium. 37. (L) Gentili: nobili. — Caggia. Alberto lu mono dal suo (SL) Premuro [C] Modo biblico, nipule nel f.-08. il Poeta qui gli Lue, XXI, 25: Pressura gentium. — augura la morie seguila già, e ne Cura. In Virgilio sccurus ha senso trae augurio di spavenioal suo sue- di non curante. — Santafior. Conlea cessore, o non ancora eleiio, o eleito nel Senese: i quali comi erano ricchi di poco. Questo Canto dunque fu in Maremma: ma il paese tulio infescriiio tra il isos e il no9. Alberto slato dì ladrocinii. figlio di RodoHo gli successe neN298: z% (SD Piagne. Jer. Thren, I, i: ma solo nel i503 Bonifazio gli oiede Plorans ploravit in nocte, et lacrila bolla d’imperatore Mai non volle mae ejus in maxilds eins: non est venire in Italia, ma ne voleva l’o- qui consotetur eam ex omnibus chO" maggio. Dante noi numera né anco ris ejus. — Vedova Baruch. IV, a: fra gl’imperatori rom.mi. Nel 1303 Nerno gaudeat super ixie viduam et invase Boemia (l’ar., XIX). desolaium: a mullis derelicia sum. (L) lislteui: ratlenuli. — Giar- propier peccata fitiorum meorum. — din: Italia. Sola. Jer Thren,l.i: Quomodo sedet (SL>/it;p<e Dasessanl’annigli im- sola civitas?.... Facia est vidua. — peratcìri germanici non erano calati C’/Jiawa Lue, XVIII, 7: Clamanlium in Italia quand ’Arrigo ci venne. — Cu- ad se die ac nocte. pidigia i.,y il. nn: liodolfn sempre 39. (L)ìVm//o.’ nessuna. intese ad accrescere suo stato e signo- (SL) Muove. X.n., IV: Negus ria in Atemagna, lasciando le imprese enim specie famave movetur. E IX: d’Italia, per accrescere terra e podere Non infelicis patriae, veterumque a’ figliuoli. — Distretti. Liv.: Di- deorum segnes miseretque pwstretta dentro i confini dell’Africa. detque? S6. {L) Montecchi e Cappelletti: io.il) Licito:ecìo tire.— Giove: GhibelliDi nobili di Verona. - Mo- ffetù Cristo.