Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/163

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52 ARISTOFANE



euripide

La tragedia costui tutta mi fura! —
To’ il pentolino,-Via, vattene.

diceopoli

Vommene. —
Ma che farò? Bisogno ho d’ una cosa,
e, se non me la dà, son belle fritto!
— Porgimi ascolto, Euripide dolcissimo:
se mi dai questa, vado, e non ci tomo.
Mettimi nel cestello un poco d’ erba
ammoscita!

euripide

Tu tiri a rovinarmi!
Eccola. Addio, tragedie!

diceopoli

Adesso basta,
adesso vado. — Ahi, tedio arreco, il veggio!
Ma non sapea che ai regi in odio io fossi!
Povera me, che rovinato io sono!
Ho scordata la" cosa che per me
è tutto! — Mio dolcissimo e carissimo
Euripiduccio, che mi pigli un male
se ti seccherò più, dopo quest altra
cosa sola, quest’altra sola sola!
Prestami un po’ dei cavoli di mamma!