Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/207

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96 ARISTOFANE


Niente! A fuoco tanto peggio mise i pali delle viti,
ed a forza i pingui grappoli dalle vigne ci ha rapiti.
Un servo appare all’uscio della casa di Diceopoli, e gitta sulla soglia le penne
’ degli uccelletti che si stanno preparando.
Antistrofe C°R°
Grandi pensieri ei nutre, e pe ’1 banchetto suo molto presume!
Segni del suo benessere, su la soglia gittò codeste piume.
Pace, che delle amabili Grazie e di Citerea segui il costume,

corifeo

Antepirrema
oh chi mai se l’aspettava così bello, il tuo visino?
Deh, se mai stringer volesse te con me qualche Amorino,
come quei che son dipinti, che di fiori hanno corone!
Non dovessi mica credere! Non son poi così vecchione!
Senti, veh, se mai ti piglio, che tre cose io ti vo’ fare.
Lungo lungo di vitigni pianterò prima un filare;
poi di fico, accanto ad esso, vo’ inserire un ramoscello;
e, per terzo, il vecchio un tralcio serba poi di moscadello.
Tanti ulivi vo’ che girino pe ’l podere attorno attorno,
ché tu ed io ci s’unga d’olio d’ogni mese al primo giorno.