note e nelle parole, trova riscontro nei numerosi luoghi
delle parabasi in cui Aristofane si vanta di aver fatto cosa
originale, di non imbandire agli uditori i soliti vecchiumi.
E qualche altro indizio, esterno, sembra anche accennare
alla derivazione dei coreuti comici dai fallofori. Quelli,
Fi». 14 (pag. XLIIl)
al pari di questi, sovente s’inghirlandavano di fiori (cfr.
pag. 50). E certo, si presentavano avvolti anch’essi in un
lungo mantello, del quale dovevano poi sbarazzarsi per
danzare liberamente. (’)
Ora diamo uno sguardo ad un interessante monumento
che pure riflette, più o meno direttamente, una di queste
feste Dionisiache (z). Dietro un uomo che suona il flauto,
se ne stanno fermi due personaggi imbacuccati in due
mantelloni che scendono sino ai calcagni: proprio, dunque,
gl’itifalli di Semo (fig. 32) (n). Se non che, non hanno
(’) Origine ed elementi, p. 93 sg.
(’) «Joum. of Hellen. Stud. », II, tav. XIV.
(3) IlfQlt^COVTUl XaQttVTlVOV XCt).V7CT0V uirOVS X&V BfpVQÒlV,