Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/59

Da Wikisource.
LVI PREFAZIONE

condo proporzioni musicali, alternati da scene recitate, che pur esse, naturalmente, uniformavano la loro estensione: veniva pd acquistare, insomma, quella forma peculiare che Ja fa rassomigliar piuttosto al moderno melodramma.. Questa era su per giù la materia che la tradizione aveva accumulata allorché giunsero a plasmarla in forme di bellezza meravigliosa i tre grandi, cui stringe in infrangibile nodo di gloria un verso famoso d’Orazio: Eupoli, Cratino ed Aristofane. VII Tre sideri scintillanti, intorno a cui s’accese tutta una pleiade. E noi ne distinguiamo oggi solo uno, forse il maggiore, Aristofane. Pur non riesce impossibile scorgere almeno un barlume della luce che effusero anche gli altri. Ecco Cratino. Le lodi unanimi degli antichi salutavano in lui il più spontaneo, il più geniale e ispirato fra i poeti comici, una specie d’ Eschilo della commedia. Aristofane stesso non gli lesina l’elogio (Cavalieri, v. 564): Come torrente, un giorno, gonfio correa di lode per le vaste pianure, scalzando dalle prode, travolgendo le querce, gli abeti, ed i rivali. E al coro d’elogi il vecchio poeta aggiungeva egli stesso la sua voce, e non era la meno piena e vibrante (cfr. pag. 67).