clope, (’) ne rubano le provviste, e scialano. Ma toma il
mostro e li acchiappa (142):
A ingozzar fior di latte
siete rimasti tutta la giornata,
a scialar con la crema,
a riempirvi il buzzo di giuncata?
« lo e i diletti compagni — rispondeva Ulisse — siamo
naufraghi: siamo guerrieri venuti da Troia. Rispetta Giove
ospitale, e non fare scempio di noi ». E forse gli prometteva o gli ricordava qualche beneficio.
E il Ciclope, rimbeccando alcune delle sue espressioni (143):
Ecco, per questo, diletti compagni, acciuffandovi tutti,
vi farò fritti, lessi, vi rosolerò sui carboni,
e in salamoia, in salsa di porro ed in salsa piccante
tuffandovi, al calduccio, chi più sarà cotto a puntino,
fra quanti ce ne siete, mel vo’, guerrieri, pappare!
E spingeva nella caverna i poveretti.
Poco dopo tornava Ulisse, riuscito a sgattaiolarsela, e
narrava la strage. Orrori, s’intende, da farsa: fra altro,!
tapini (137):
Si vanno a rifugiar sotto i divani!
(’) Nel riordinare la tela, ho presente la condotta del Ciclope euripideo, che per molti particolari accenna ad una larga derivazione dal
dramma di Cratino.