Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/89

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LXXXVI PREFAZIONE


E di reale importanza per la storia della musica è il
noto e lungo frammento del Chirone. La Musica, in veste
donnesca, cqn il corpo e gli abiti miseramente straziati, si
presenta, ad una persona che le chiede come si sia potuta
ridurre a tanta miseria.
Ed ella risponde (145):
Volentier parlerò: ché uguale brama
nutriam, tu d’ascoltare, io di sfogarmi.
Melamppide fu l’autor primiero
de’ miei malanni, fra costor: mi prese
ei, mi disfece, e con dodici corde
mi snervò tutta. E nonostante, egli era
un uom discreto: il peggio viene in seguito.
Frinide vien, che co’ suoi girigogoli
m’annebbiò, mi scontorse, mi condusse
a fine esizlal, traendo dodici
modi da sette corde; e nondimeno
fu anch’ei discreto, e s’ebbe qualche pecca,
ne fe’ poscia l’emenda. Ecco Cinesia,
l’attico maledetto. Introducendo
dissonanti passaggi ne le strofe,
tanto m’assassinò, che il ditirambo
ebbe con lui le gambe dove andava
la testa: come negli specchi concavi!
E nonostante anch’ei fu sopportabile.
Ma Timòteo fu, diletta mia,
che mi scavò la fossa, ed in turpissima
maniera mi disfece.