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I CALABRONI 197


i diritti di porto e di mercato, il frutto
delle cave, le pritanle, le confische: in tutto
fan duemila talenti. Togli il salario dei
giudici, da tal somma: non siete più di seimila. Centocinquanta talenti insiem pigliate!

filocleone

Che? La decima parte non pigliam deli’entrate?
Dove vanno a finire, dunque, gli altri denari?

schifacleone

A questi, ai « Mai vi voglio tradire, o proletari! ",
ai «Pugnerò pel popolo sempre!’ ’ — Tu bevi grosso,
babbo, a tai ciance, e mettere ti fai le zampe addosso.
E quelli, agli alleati scroccano poi talenti
a cinquantine, a furia di minacce e spaventi.
« Date tributi, o folgoro, e la città vi abbatto! »
Tu, che rodi gli avanzi, del tuo poter vai matto;
ma gli alleati, visto che l’altra minuzzaglia
campa sul voto, e sciala con qualche cianfrusaglia,
te ti stimano un fico secco, e donano a quelli
salamoia, tappeti, vin, collane, mantelli,
miele, cuscini, sesamo, cacio, corone, giare,
coppe, soldi e salute. E a te, che in terra e mare
tanto patisti al remo, niuno dei tuoi soggetti
offre un sol capo d’aglio per condire i pescetti!

filocleone

Macché! Dovei comprarmelo da Buonagrazia, 1 aglio.
Ma prova ch’ io son servo, non darmi più travaglio!